Obama, lo scandalo Aig mette a rischio il suo capitale politico


Washington, 18 mar. (Apcom)
– Lo scandalo Aig rischia di costare
caro a Barack Obama in termini di fiducia dell’elettorato e
apprezzamento delle sue politiche contro la crisi economica. E
difatti l’inquilino della Casa Bianca ha cercato di muoversi in
fretta di fronte all’indignazione sollevata dai maxibonus per i
dirigenti del primo gruppo d’assicurazioni americane, lautamente
aiutato dal governo federale per evitare il crollo. Dalla sua
investitura Obama si è presentato come il paladino dell’ottimismo
economico, l’uomo forte in grado di traghettare l’America verso
acque più tranquille. Ma ieri le sue misure per aiutare il
credito alle piccole e medie imprese sono annegate nello scandalo
Aig.

La compagnia che ha ricevuto dal 2008 circa 170 miliardi di
dollari dallo Stato, si è impegnata a versare oltre 450 milioni
in bonus ai dirigenti. Di questi, 165 milioni hanno cominciato a
essere versati in questi giorni. Obama ieri ha parlato di uno
“scandalo” chiedendo che “ogni misura legale” sia impegnata per
bloccare i bonus.

La Aig è stata sommersa di lettere e telefonate di protesta che
andrebbero fino alle minacce di morte secondo la stampa. Lo Stato
controlla ormai l’80% di Aig, ma avrebbe le mani legate rispetto
ai bonus perché i contratti che li prevedono sono stati firmati
prima della nazionalizzazione.

L’unica via della Casa Bianca sembra essere l’esame accurato dei
contratti e la stipula di garanzie supplementari, dato che lo
Stato sta per accordare nuove facilitazioni di prestiti per altri
30 miliardi alla Aig.

Spiegare ai cittadini l’impotenza del governo però è difficile.
Il ministro della Giustizia dello Stato di New York, Andrew
Cuomo, oltretutto ha annunciato oggi che 11 manager della Aig
hanno lasciato la compagnia nonostante gli enormi bonus versati
loro proprio per trattenerli; si parla di 42 milioni di dollari
per 10 di loro.

Sulla intera vicenda naturalmente l’opposizione repubblicana
cavalca la tigre. “Due settimane fa, il portavoce del presidente
diceva che l’amministrazione sapeva come era impiegato il denaro
dato a Aig fino all’ultimo centesimo!” protesta John Boehner, “è
chiaro che non sapevano di cosa parlavano, gli americani sono
giustamente scandalizzati”.

Il tasso di popolarità di Obama resta comunque attorno al 60%
secondo i sondaggi, ma i suoi collaboratori ammettono di temere
che la collera popolare ricada sulla Casa Bianca. Il presidente
si trova del resto ad affrontare altri guai. La manovra
finanziaria ad esempio, che il Congresso deve approvare:
l’ampiezza del deficit previsto per il 2009 (1.750 miliardi di
dollari) e le ambiziose riforme che prevede incontrano
l’opposizione dei repubblicani e mettono a disagio anche molti
democratici.

Così Obama ha deciso di ricorrere una volta di più alla gente
comune, già linfa vitale della sua campagna elettorale, e ieri ha
fatto appello ai circa 13 milioni di simpatizzanti delle sue
mailing list perchè organizzino gruppi di pressione, dibattiti,
incontri per convincere il Congresso ad approvare al più presto
la manovra. Proprio come in campagna elettorale organizzavano
cene di finanziamento e dibattiti per favorire la sua vittoria.
Funzionerà?

Una prima tappa nazional popolare sarà dopodomani sera, quando
nel quadro del suo tour californiano, il presidente sarà al talk
show di Jay Leno. Una serata in tv da un comico; Obama sarà il
primo presidente in carica a prodursi in un talk show. E mentre
dalla Casa Bianca si dice che l’atmosfera sarà “leggera”, i
portavoce lasciano scivolare anche che naturalmente, sì,
l’economia sarà in agenda. Si prevedono ascolti altissimi.

(fonte Afp)

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