Il cane riporta un osso Ma è una mandibola umana

COMO – L’ha trovato un cane, a zonzo con il padrone verso le 20.30 di sabato sera. Un pezzo di mandibola umana lasciato vicino a una panchina sotto il platano gigante che fa ombra al cancelletto della Como nuoto, a due passi da piazza Baratelli, in fondo a viale Geno. Un pezzo di mandibola umana che secondo il medico legale della polizia potrebbe appartenere a un soggetto piuttosto giovane, viste le ottime condizioni della dentatura, ed essere correlato a una morte risalente a parecchi anni fa,

a giudicare dalle condizioni dell’osso. La polizia è stata avvertita dai proprietari del cane, due signori sessantenni residenti nella zona di piazza Sant’Agostino. Lo avevano appena liberato dal guinzaglio per consentirgli di correre un po’: il cane ha puntato dritto alla panchina, ha afferrato l’osso ed è tornato verso il padrone. «Non ho capito subito cosa fosse, Ho avuto paura che lo inghiottisse e gliel’ho tolto di bocca – ha riferito questi ai poliziotti – Quando l’ho visto mi sono accorto che si trattava di una mandibola umana».
Dieci minuti più tardi, tutta l’area dei giardini tra il chiosco e piazza Baratelli era già stata isolata. Ai poliziotti arrivati per primi si sono aggiunti anche il capo della squadra mobile, personale della polizia scientifica e il responsabile dei servizi sanitari della questura. È stato il primo medico a esaminare il reperto, a confermare che si trattava di ossa umane e a ipotizzare che potesse trattarsi di reperti provenienti dallo scheletro di una persona piuttosto giovane. Già in serata la mandibola è stata spedita a Milano, all’istituto di medicina legale, dove nei prossimi giorni proveranno a capirci qualcosa di più. «Di sicuro non poteva essere lì da molto», si lascia sfuggire un investigatore, chéd’altra parte quest’angolo di città è battutissimo, specie durante la bella stagione: c’è chi va e viene dalla Como Nuoto e ci sono anche le decine di persone che, come ieri, siedono sulle panchine e tra le sedie del «Baracchino», il chiosco bar poco distante. Sulle chiome folte dei platani, e sul viale e sulla piscina e più in là anche sull’ex ristorante Pizzi, incombe la rupe di via Torno. Nel luglio di nove anni fa, sotto questa parete di roccia ombrosa, un giardiniere del comune rinvenne il cadavere decomposto di un uomo che dopo qualche accertamento si scoprì essere un finanziere scomparso da casa cinque mesi prima. La salma era perfettamente integra, senza fratture: la mandibola non può essere la sua.
Stefano Ferrari

a.savini

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