Germania; Femministe tornano a protestare con “L’equal pay day”


Berlino, 19 mar. (Apcom)
– Le tedesche dovranno lavorare fino al 20 marzo per adeguare il loro reddito annuale a quello guadagnato dagli omologhi maschi già al 31 dicembre: per questo motivo delle associazioni femministe organizzano oggi una giornata per la parità salariale, l'”Equal pay day”, con l’obiettivo di denunciare questa ingiustizia.

La Germania non è il solo paese dove le donne guadagnano meno degli uomini, ma fa parte dei “fanalini di coda” sull’argomento, denunciano le femministe: lo scarto salariale è del 23%, di fronte a una media europea del 17.

Questa brutta performance si spiega tramite diversi fattori, alcuni dei quali specifici per la Germania, secondo Astrid Ziegler, ricercatrice dell’istituto Wsi di Duesseldorf. “Il sistema d’imposizione spinge le donne ad accettare un mini-job, quando il marito guadagna di pià” perchè questo è più interessante dal punto di vista fiscale, ha spiegato. Inoltre, la mancanza di asili nido e il fatto che i bambini non vanno a scuola tutto il giorno rendono difficile combinare la famiglia e il lavoro. “La mentalità deve cambiare”, ha auspicato Dagmar Bischof, presidente della rete Business and Professional Women (BPW), tra gli organizzatori della manifestazione.

Il fatto che una donna possa lavorare e guadagnare tanto quanto un uomo non è cosa acquisita, soprattutto in Germania Ovest. Secondo gli ultimi dati dell’ufficio federale di statistica, la disparità salariale è in media del 25% nell’ovest (nel 2006), contro il 6% nell’est. “Ciò è legato alla storia”, ha ricordato Bischof. “Fino alla riunificazione, tutte le donne dell’ex Ddr lavoravano, c’era un sistema di asili, ed era normale che le donne guadagnassero uguale agli uomini”. Ma alla caduta del Muro “putroppo non è il modello dell’est ad essere stato portato all’ovest, ma il contrario”, ha aggiunto. Inoltre, una donna che sceglie di lavorare invece di occuparsi dei figli rischia ancora di essere trattata da “madre-corvo”, cioò madre snaturata.

Il governo tedesco, che deve fare i conti con un tasso di natalità basso, ha adottato delle misure per migliorare la situazione, ma le “politiche possono fare ancora di più”, ha affermato Ziegler. “Manca una strategia globale”, ha attaccato. Esiste inoltre “una discriminazione sul mercato del lavoro”, la quale fa sì che circa il 35% delle tedesche che lavorano part-time, hanno meno accesso ai posti dirigenti.

Sono pertanto necessarie manifestazioni come “l’Equal pay day”, secondo la ricercatrice. L’idea nasce negli Anni Novanta negli Stati Uniti ed è sbarcata nel 2008 in Germania, ma anche in Austria, Belgio e Svizzera, e arriverà l’anno prossimo in Francia, Italia e Polonia. (fonte Afp)

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