VERGIATE Addio vecchia stazione degradata e abbandonata. Sta per arrivare uno stravolgimento da mille e una notte, tutto da creare, fantasticando. E da rendere reale per il futuro. Il luogo simbolo del viaggio, verrà consegnato ai giovani di Vergiate. Perché se ne riapproprino, lo facciano loro. E lo trasformino in luogo di incontro, anziché di degrado.
Punta davvero in alto il progetto lanciato dai Servizi sociali del Comune, affidato ad «Art Kitchen», organizzazione creativa che sviluppa progetti artistici,
culturali e sociali e che intende far rinascere la sala d’aspetto della stazione di Vergiate, troppo spesso oggetto di lamentele da parte dei viaggiatori per lo stato di abbandono e degrado. Come? Il progetto sarà tutto da vedere e da seguire, suddiviso in tre fasi, con la prima in avvio oggi (dalle 12 alle 15) quando lo spazio comincerà ad essere preparato: cioè pulito, liberato da eventuali ingombri e dipinto totalmente di nero, come se la sala d’attesa diventasse una grande lavagna sulla quale i ragazzi potranno poi scrivere. Diverse migliaia di gessi bianchi saranno infatti a disposizione. E lo stupore avrà così inizio, tanto più che sul posto ci sarà Ivan Tresoldi (in arte Ivan) ben noto ai più. Dell’anno scorso la sua prima personale allo Spazio Oberdan di Milano, ma molti ricorderanno anche la mostra allestita nel 2007 al PAC, street art, sweet art, voluta dall’allora assessore alla Cultura di Milano Vittorio Sgarbi a cui hanno partecipato i volti più noti della street-art italiana: un successo.
Tra graffitismo, poesia e arte di strada, Ivan arriva a un pubblico ampio, ed è considerato un punto di riferimento della poesia di strada italiana contemporanea. Più di cento le collettive nelle quali ha esposto, dal 2004 ad oggi: da Milano a Roma, da Cuba al Libano, ad Haiti. Oggi Vergiate può vantare la sua presenza e trovarlo al lavoro sui muri della sala d’aspetto di una stazione che vuole gettarsi alle spalle l’immagine di «non luogo» e tornare invece in vita.
Ai giovani vergiatesi, l’opportunità di non perdere una grande occasione. Lì potranno scrivere e fissare pensieri, poi il manto nero tornerà bianco, l’ambiente sarà arredato e allestito con alcune grafiche di richiamo al social network facebook. Sarà una reinterpretazione in chiave reale del famoso portale, dove foto, pensieri e comunicazioni, possano strutturare relazioni concrete e dirette. Per avere infine una stazione non più fantasma, spazio obbligato da cui transitare facendosene sberleffi (e magari compiendo pure qualche vandalismo), bensì luogo riconoscibile, da rispettare.
b.melazzini
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