VARESE (a. morl.) Restano gravi ma stazionarie le condizioni della diciottenne di Vedano Olona, in prognosi riservata all?ospedale di Circolo per i postumi del terribile incidente d’auto avvenuto la scorsa notte lungo la provinciale lacuale, tra la Schiranna e Capolago. Si tratta di una strada dove sono avvenuti molti incidenti ma Vilal Recalcati assicura che ci sono tutti i presupposti legati alla sicurezza.
«La strada SP1, che va da Cittiglio a Buguggiate, non è assolutamente pericolosa – afferma Aldo Simeoni, assessore provinciale alla viabilità – Il limite di velocità è di 90 all’ora. La strada è spaziosa e ben illuminata, soprattutto nella parte in uscita dalla rotonda. In prossimità del tratto dove è successo l’incidente sabato notte ci sono due rotonde. Abbiamo messo un autovelox a Buguggiate e non ne possiamo di più: ci sarebbero incidenti a catena dovuti ai rallentamenti. La strada è sicura, se mai sono le persone che vanno troppo veloce e chiederemo alla polizia provinciale di effettuare più controlli».
Ma è tanto il sangue versato sulla SP1. Nel mese di luglio, nella notte tra sabato 17 e domenica 18, una Fiat Multipla è sbandata e uscita di strada, carambolando più volte nel terreno circostante. Una donna di 64 anni di Milano, Franca Mosconi, ha perso la vita.
Solo un qualche mese prima, il 19 aprile, tre mezzi rimasero coinvolti in un terribile schianto. Gaetano Foti, 53enne varesino perse la vita e altre cinque persone rimasero ferite.
L’incidente, dovuto probabilmente ad una distrazione, si consumò nel tratto la Schiranna e il Volo a Vela.
Nel 2009 tutti ricordano il terribile frontale tra due moto avvenuto sempre sulla Sp1, ma nel tratto che collega Cocquio a Cittiglio. Quel giorno (era il 28 settembre) due persone morirono sul colpo: Elena Garavini di 53 anni e Maurizio Palazzolo di 35.
Andando indietro negli anni continuiamo a trovare croci. Tanto che, percorrendo il guardrail, si trovano tantissimi mazzi di fiori a testimonianza delle persone che si sono spente mentre percorrevano quella strada. Qualche esempio? Giovedì 14 agosto 2008, Riccardo Caffi, motociclista di 40 anni, morì in uno scontro contro un’automobile, in prossimità dello svincolo di Gazzada. Nel 2006, il 17 maggio, proprio sulla rotonda di Capolago, a causa dell’impatto con un autoarticolato fermo al lato della strada, perse la vita Alessandro Ceolin, un centauro del ’71.
Il 30 settembre 2003, a Calcinate del Pesce, ci fu un gravissimo incidente e morì una donna Silvia Fornasier, sbalzata fuori dall’abitacolo.
Le leggi si sono inasprite per chi guida in stato di ebrezza, ma sembra che nulla riesca a far desistere i giovani dalla voglia di correre.
Il giovane consigliere provinciale della Lega Nord Marco Pinti, di 25 anni, pensa che «sarebbe meglio potenziare la prevenzione, anche con campagne di comunicazione di forte impatto. La strada non è pericolosa, serve una maggiore presa di coscienza degli automobilisti».
e.marletta
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