(ch. g.) Per quasi trent’anni, il ghiaccio ha conservato lo zaino dell’amico, morto insieme a lui sul Monte Rosa. In questi giorni, un pastore della Valle Anzasca ha ritrovato sul ghiacciaio la sacca con indumenti e documenti personali appartenuti a Giampiero Volpi, l’alpinista di Legnano precipitato dalla parete est insieme a Giorgio Brianzi, accademico del Cai di Cantù. Molti si ricordano ancora la triste vicenda che, all’epoca, fu seguita con apprensione per giorni interi. Lunghe e disperate ricerche.
I corpi dei due uomini furono rinvenuti il 12 gennaio 1981, ancora legati l’uno all’altro, a 4.050 metri di quota. I due sportivi, partiti a Capodanno, precipitarono probabilmente a causa delle forti raffiche di vento che spirarono in cima. Una disgrazia: Volpi aveva 30 anni, Brianzi 45.
Tanti ricordano il dolore cittadino di quei giorni lontani. Brianzi lavorava come autista a «La Romanatti» di Tavernerio. Abitava a Cantù Asnago con la moglie e le tre figlie. Come accademico del Cai, fu autore di imprese notevoli. Come la conquista dell’Annapurna III nell’Himalaya, nel 1977, e del Rasac Principal, nelle Ande peruviane, l’anno successivo. In riconoscimento alla sua figura di alpinista, nel cordoglio cittadino, fu allestita una camera ardente nell’allora sede del Cai Cantù, in via Volta.
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