LOZZA «Il Sole delle Alpi c’è anche su un asilo vicino a casa mia, ma nessuno se ne è mai accorto». Lo ha detto, anzi “rivelato”, il ministro Roberto Maroni ieri mattina, all’inaugurazione dell’Informagiovani di Varese. Un’affermazione, quella del ministro, che arriva dopo le polemiche che hanno tempestato il polo scolastico di Adro, decorato con 700 “vessilli padani”. Quei simboli – ovvero il Sole delle Alpi inscritto in un cerchio – hanno fatto indignare molte persone, tanto che ne è stata chiesta la rimozione. Di contro, l’asilo di Lozza, intitolato ad Ernesta e Carlo Brianza, esiste fin dal 1915 e gli stemmi dipinti sulla facciata non hanno mai insospettito nessuno. Eppure di certo non passano inosservati. Sulla facciata principale, per decorare un portico con archi, sono dipinti ben nove fiori a sei petali molto simili al Sole delle Alpi.
«E pensare che io non ci avevo mai fatto caso – dice l’ex vicesindaco Cesare Polastri guardando con occhi nuovi l’edificio che, fino a ieri, suscitava ben poco interesse – venti anni fa abbiamo ristrutturato la facciata e tutte le decorazioni sono state rifatte a mano, ma a nessuno era mai venuto in mente fossero uguali al Sole della Alpi. Tutti noi li abbiamo sempre e solo interpretati come figure geometriche o greche».
Sorpresi, di conseguenza, gli abitanti di Lozza che ieri hanno trovato il paese invaso di fotografi e giornalisti. Chi passava in auto rallentava e guardava l’asilo con aria interrogativa, chiedendosi cosa mai ci fosse di diverso dal solito.
Il Brianza è una scuola d’infanzia paritaria e convenzionata con il comune, frequentata da 28 bambini. Le iscrizioni sono in aumento, tanto che quest’estate all’interno dell’edificio sono stati realizzati degli interventi per ampliare gli spazi. «Aspettiamo il 2015 per festeggiare il centenario e fare una bella festa – racconta Udinella Secco, presidente del Cda della scuola d’Infanzia – Riteniamo importante fare appello alla generosità delle persone per sostenere la nostra struttura che è in difficoltà come molti asili convenzionati. Non avremmo mai pensato che, tutto ad un tratto, avessimo tanta popolarità. Una cosa, comunque, deve essere chiara: in questa scuola non c’è politica».
Quell’asilo è stato frequentato dal Ministro Maroni – che in paese chiamano tutti “Robi” come quando era bambino – dalla moglie e dai due figli. La loro casa dista circa 200 metri dall’asilo. E c’è qualcuno che, alla luce delle affermazioni di ieri, si chiede quale ruolo quei simboli possano aver avuto nella formazione politica del Ministro.
Confinante con l’asilo abita Silvio Bernasconi, detto “il Berlusca”. «Questi simboli sono greche che risalgono all’ottocento – spiega, portando a sostegno delle sue parole anche un libro con molte fotografie – Per noi questi fiori hanno il significato di qualcosa che c’è sempre stata e che appartiene al passato. Di fatto è una “greca”, sta poi ad ogni singolo individuo interpretarlo diversamente».
La figura geometrica composta da cerchi sovrapposti è nota anche come rosa celtica, fiore a sei petali, rosa carolingia o rosa dei pastori. È stata denominata Solo delle Alpi solo negli anni ’90.
Nel 1999 è stato registrato all’ufficio italiano brevetti e marchi come logo. Il simbolo quindi è sempre lo stesso, ma è quel momento ha iniziato a far discutere. Non prima.
Adriana Morlacchi
e.marletta
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