Napolitano a Congresso Usa: Euro non crolla ma va ridotto debito


Washington, 26 mag. (Apcom)
– Mentre in Italia si annunciano già proteste e perfino uno sciopero generale minacciato dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani contro la manovra economica il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rilancia, da Washington, l’esigenza essenziale di ridurre il debito pubblico. Il Capo dello Stato parla al Congresso americano dove viene ricevuto con grande cordialità dalla speaker della Camera Nancy Pelosi che lo definisce “un leader” e “un campione di democrazia e pluralismo non solo in Italia ma in tutto il mondo”. Poi, in una sala che viene cambiata all’ultimo momento per la grande partecipazione, Napolitano tiene un discorso che tocca i principali nodi della crisi economica e del futuro dell’Ue davanti ai rappresentanti più importanti della Camera e del Senato americani.

L’Italia, dice, è “pienamente consapevole della necessità di uno sforzo molto serio per bloccare e ridurre il nostro debito pubblico” che “è purtroppo molto ingente e deve, a partire dal 2012, iniziare una curva discendente”. Ma l’Italia non è la Grecia e Napolitano precisa subito che “la situazione è ben diversa da quella di altri paesi a forte indebitamento pubblico, non solo perché più della metà delle obbligazioni di Stato è nelle mani di italiani, ma perché l’Italia ha un indebitamento delle famiglie e delle imprese che è di gran lunga inferiore a quello di quasi tutti gli altri paesi e alla media europea”. Quindi non mancano i segnali di speranza.

Certo, l’ha detto anche ieri, i sacrifici sono necessari. Il giudizio sulla manovra di governo, presentata dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti a Roma, se lo tiene per quando avrà letto il testo che, sottolinea, ieri alle 20 ora italiana non era ancora giunto al Colle.

La riduzione del debito pubblico è una sfida che attende tutta l’Ue che “può fare molto di più e molto meglio se rafforziamo la nostra unità, se portiamo più avanti la nostra integrazione”. Insomma le “resistenze” e le “riluttanze” di alcuni Stati membri nell’adottare politiche comuni e nel coordinare maggiormente quelle economiche non possono più essere tollerate perché senza un balzo in avanti l’Europa rischia “l’irrilevanza”. Bisogna anche dire no a chi diffonde il panico sull’euro perché si tratta di “un’affermazione superficiale, non seriamente fondata” e catastrofista: “La grande creazione della moneta unica europea non sta crollando” assicura Napolitano.

Vep

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