Orvieto, 26 lug. (Apcom) – I congressi locali e il federalismo, il rinnovamento della classe dirigente e il rilancio dell’azione di governo. A Orvieto di questo si doveva parlare e anche di questo si è parlato, nella tre giorni dei Circoli Nuova Italia di Gianni Alemanno. Ma lo scontro con Gianfranco Fini, il processo a Fabio Granata, le scorie e i risentimenti verso l’ex leader di An hanno occupato la scena, dando l’immagine di un partito che si avvia alla resa dei conti interna, lacerato dalla conflittualità fra le sue diverse componenti.
Ieri un nuovo capitolo del ‘caos Granata’, alimentato dalle parole dell’esponente finiano. Il deputato siciliano non nasconde di guardare ad Alfredo Mantovano quando indica pezzi di governo che impediscono di raggiungere la verità sulle stragi. La replica del diretto interessato è sdegnata e chiama in causa direttamente Fini. Mantovano chiede al presidente della Camera di dissociarsi e pronunciare in Parlamento una parola definitiva al riguarda. Non si tratta neanche di ‘processare’ Granata davanti ai probiviri, aggiunge La Russa, ma di pretendere pubbliche scuse in assenza delle quali la strada è segnata: Vada via, dice il coordinatore del Pdl. Nessuna scusa, è la secca replica dell”imputato’, attaccano me per colpire Fini.
Alemanno è altrettanto duro e chiede al vicepresidente dell’Antimafia di lasciare il Pdl e andare a fare “un altro giro fuori dal nostro ambiente”, lasciando intendere che il partito deve anche valutare la strada dell’espulsione. Ma è a Fini che in molti guardano, attaccando Granata. Lo fa lo stesso La Russa, quando provocatoriamente ipotizza il passaggio dell’ex leader di An dalla Presidenza della Camera al governo, “magari nel ruolo di ministro allo Sviluppo economico”.
Si fa sentire anche Silvio Berlusconi, aprendo alla petizione alemanniana che reclama congressi locali entro marzo 2011. Ma il Cavaliere torna soprattutto a ribadire la condanna alla deriva correntizia: Non possiamo “lasciare spazio a
contrapposizioni correntiste, che paralizzerebbero la vita del Pdl”, avverte il premier. Ma il clima per ora non cambia, se nel primo pomeriggio proprio Granata contrattacca: “Nel Pdl a minare la credibilità del partito agli occhi dell`opinione pubblica e della gente comune non sono le cricche, le consorterie, le logge che parlano di affari, denaro, potere e dossier: il vero problema siamo noi, i professionisti dell`antimafia”. No, il clima per ora non cambia.
Tom/
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