L’Aquila, 27 lug. (Apcom) – Era già successo a Roma, quando i comitati dei terremotati abruzzesi erano venuti a manifestare, e si è ripetuto oggi durante la visita dei deputati Pd all’Aquila: i comitati dei cittadini non hanno certo usato i guanti bianchi per accogliere gli oltre cento deputati democratici guidati da Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini e Rosy Bindi. Le critiche sono state numerose e dirette e hanno impegnato il segretario del Pd in una paziente e delicata opera di diplomazia. Impegno al quale, per altro, Bersani non si è sottratto riuscendo, alla fine, a strappare un sonoro applauso all’assemblea cittadina che fino a quel momento aveva dato voce a non pochi malumori.
Il faccia a faccia con gli aquilani, però, è stato solo l’ultima tappa della trasferta dei deputati Pd. Partiti da Roma nel primo pomeriggio, sono stati accolti all’Aquila dal sindaco Massimo Cialente che li ha guidati per una lunga ricognizione nel cuore della ‘zona rossa’, la parte del centro storico ancora off limits per il rischio crolli. I deputati e i giornalisti, caschetto di plastica in testa, sono stati accompagnati attraverso il cuore deserto della città: le macerie che avevano dato vita alla protesta del ‘Popolo delle carriole’ non ci sono quasi più, ma ovunque regna un silenzio spettrale, i palazzi sono quasi tutti imbracati da putrelle d’acciaio ma non si vede un solo operaio al lavoro. Le uniche presenze nei vicoli del centro storico dell’Aquila sono quelle dei cani randagi che si aggirano nelle piazze e nei cortili delle case crollate.
Dopo un paio d’ore passeggiando nelle stradine della ‘zona rossa’ (“camminate al centro, c’è sempre il rischio che cada qualche calcinaccio” è la raccomandazione che viene ripetuta continuamente), Bersani e i deputati Pd tornano a piazza del Duomo, punto di partenza della spedizione e luogo dove i comitati cittadini hanno allestito da mesi una tensostruttura, uno dei pochi punti di ritrovo a disposizione degli aquilani. Qui si svolge due volte a settimana l’assemblea cittadina, un po’
per mettere a punto le iniziative pubbliche da adottare e un po’ per permettere a ciascuno di dare sfogo alla propria rabbia. Accade puntualmente anche oggi, il primo a parlare, Ettore Di Cesare, tira una serie di stoccate ai democratici: “Il decreto che noi abbiamo ribattezzato ‘ammazza-Abruzzo’ è passato con 35 voti; gli assenti del Pd erano 38. Se fossero stati tutti presenti quel decreto non sarebbe passato così”. ‘Ettore’ se la prende in particolare con Livia Turco “assente in quell’occasione e anche quando si è votato l’emendamento presentato dal suo collega di partito, Giovanni Lolli… eppure lei è stata eletta nella circoscrizione Abruzzo”. La platea applaude e ‘Ettore’ insiste: “Durante il G8 dal Pd abbiamo avuto solo la visita di George Clooney…”. Ancora applausi.
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Adm/Sar
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