Mosca, 2 nov. (Apcom-Nuova Europa) – Mikhail Khodorkovsky non crede che il secondo processo a suo carico, in chiusura oggi, porterà a un’assoluzione, ma si dice pronto ad affrontare una nuova condanna e anni supplementari di carcere nel nome dei principi in cui crede. “Non voglio morire in prigione, ma le mie convinzioni meritano di rischiare la vita”, ha dichiarato l’ex patron della compagnia petrolifera Yukos in aula, all’udienza conclusiva del secondo procedimento a suo carico, per cui il verdetto è atteso il 15 dicembre prossimo. L’ex uomo più ricco di tutta la Russia ha tenuto un discorso molto critico nei confronti del potere del suo Paese, che definisce “malato” e dove ” i burocrati e i servizi speciali controllano tutto”.
“A cosa crede lei, invece? – ha esclamato a un certo punto, rivolgendosi al procuratore – Crede che il capo abbia sempre ragione? Crede nel denaro? Qui, adesso, in gioco c’è il destino della Russia”. La fine dell’invettiva dell’ex oligarca è stata accompagnata da applausi nella sala del tribunale di Khamovniki di Mosca.
Khodorkovsky e il suo ex socio Platon Lebedev sono in carcere dal 2003, condannati nell’aprile 2009 per evasione fiscale e reati connessi a otto anni di prigione. Ora l’accusa del secondo processo – per riciclaggio e appropriazione indebita – chiede 14 anni di carcere.
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Orm
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