L’odissea di un disabile tra Busto e Castellanza

Busto Arsizio – Castellanza Fortunatamente la nuova carrozzina elettrica di Augusto Croci è a prova di rally. Altrimenti la giornata di ieri sarebbe stata molto più dura. Il disabile castellanzese di 58 anni aveva prenotato una visita medica in uno studio in centro a Busto Arsizio. Per il treno però, causa cantiere alla nuova stazione di Castellanza, ha avuto l’amara sorpresa che ci sarebbero voluti almeno il doppio dei giorni canonici (48 ore) che gli avevano garantito tempo fa allo sportello,

per quanto riguarda invece i pullman la sorpresa non è stata più dolce. Con due giorni d’anticipo Augusto ha prenotato un autobus della Stie che sarebbe dovuto passare a prenderlo ieri alle 10.30. Il pullman, però, passa dalla fermata senza aspettare l’uomo a cui non resta che attendere quello successivo. «Avevo prenotato con due giorni di anticipo e non si è fermato, un disastro – ci spiega – Il secondo autobus aveva la pedana vecchia, ci è voluto molto tempo per montarla, tanto che tutti i passeggeri sono scesi e io sono arrivato all’appuntamento dal dottore con un’ora di ritardo».
Incontriamo Augusto verso le 13 in via Milano a Busto: proviamo comunque ad andare alla stazione de Le Nord per tornate più velocemente a casa. Le prime barriere architettoniche le incontriamo in piazza Trento e Trieste all’angolo con via Roma: lo scivolo non corrisponde alle strisce pedonali, i marciapiedi sono pieni di dislivelli e di buche. Per passare dalla via Mazzini alla via Ugo Foscolo Augusto è costretto a passare in mezzo alla strada prima di affrontare un altro marciapiede pieno di dislivelli. «Una vergogna – commenta – E pensare che siamo in pieno centro, se non avessi questa carrozzina elettrica sarebbe stato un’impresa raggiungere la stazione. Eppure basterebbe progettare con un po’ più di logica le strade».
Davanti al le Nord le strisce pedonali terminano davanti ad un prato, come si nota nella foto grande che pubblichiamo qui sopra. «E’ possibile una cosa del genere?» si domanda amareggiato quanto rassegnato Augusto.
Arriviamo in biglietteria e dopo un po’ di telefonate tra le due stazioni, ci dicono che saremmo potuti salire sul treno delle 14.38 che fortunatamente era uno di quelli attrezzati di pedana: a Castellanza il personale sarebbe stato pronto a deviare il treno sul binario 1 per evitarci l’attraversamento, e tutto questo senza 48 ore di preavviso. Un primo traguardo, seppur dopo una faticosa disavventura.
Prendiamo quindi l’ascensore ma per pochi secondi perdiamo il treno: «Alla fine ce l’avremmo fatta – commenta Augusto – eppure dovrebbe essere la norma prendere il treno senza doversi organizzare con ore di anticipo». Già, ma per un disabile questa normalità resta ancora una chimera.
Valeria Arini

f.artina

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