“Malnate ai malnatesi” L’appello di don Francesco

MALNATE «Forse è meglio per il bene di Malnate che tutti gli amministratori di ieri e di oggi vadano a casa, cioè facciano altre scelte di impegno per il paese e lascino spazio alle nuove forze nascenti, che certamente ci sono, e che spero si coagulino attorno a una sola idea: Malnate ai malnatesi». La pesante bocciatura degli ultimi anni di vita amministrativa e politica cittadina arriva direttamente dal parroco di Malnate, don Francesco Corti. Il sacerdote,

mai banale nelle sue considerazioni pubbliche, non ha espresso un giudizio etico o morale ma, indossando gli abiti del cittadino comune, ha detto il suo parere in vista della prossima tornata elettorale.
Facce nuove, un colpo di spugna con il passato per tornare a guardare il futuro con più ottimismo. Sentimento peraltro condiviso da gran parte della cittadinanza. Don Francesco ha pubblicato le sue impressioni sul notiziario del mese di novembre diffuso già da qualche giorno: «La mia – scrive il prete – è solo la proposta di un cittadino e non l’espressione di un giudizio etico negativo su tutti i passati e presenti amministratori comunali. Tutti sono da ringraziare per le energie spese, spesso con molta passione personale e senso civico e per il tempo sottratto alla propria professione, agli amici e agli affetti familiari. Ma non si potrebbe tentare, per una volta, a non fare ammucchiate politiche maldestre, ideologiche, professionali ed economiche, che mirano solo al posto di comando?».
Don Francesco guarda al voto con attenzione: «Chi può e ha le competenze – dice – e la buona volontà faccia un passo avanti, perché abbiamo bisogno di facce nuove ed entusiaste per far ripartire Malnate. Non posso che pregare Dio perché gli elettori quando sarà il momento del voto scelgano amministratori saggi e disinteressati che mantengano la parola data e sappiano ascoltare le istanze vere dei cittadini». Nel suo editoriale don Francesco, però, non ha dimenticato quanto successo dal caso del tricolore offeso su Facebook in avanti: «Penso che un Comune – conclude – abbia il diritto di essere amministrato dai suoi cittadini eletti senza pesanti interferenze di segreterie politiche interne ed esterne e di linciaggi mediatici orchestrati ad arte. In questi anni purtroppo abbiamo visto di tutto e di più». «Lasciamo pure i giochi di potere e di prestigio alle segreterie politiche ma per favore liberiamoci di lacci “romani” o “padani”, almeno nelle amministrazioni dei piccoli e medi Comuni – la preghiera del sacerdote – Forse la mia è una visione ingenua della politica locale, non realistica, al di fuori del tempo e dello spazio. Ma credo che sia una risposta possibile per ridare Malnate ai malnatesi. Per questo mi auguro che emerga un nuovo candidato sindaco e una nuova lista che siano liberi da vari condizionamenti messi in atto dalle segreterie politiche e dai potentati economici di turno».

f.artina

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