Marea nera/ Bp: Operazione top kill in corso, serve pazienza


New Orleans, 29 mag. (Apcom)
– Prosegue lo sforzo di contenimento della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico da parte di Bp, che da quasi tre giorni sta iniettando fango e liquidi nel pozzo all’origine della marea nera. Bp oggi ha chiesto agli americani di pazientare in attesa dei risultati dell’operazione ribattezzata “top kill”.

La manovra “prosegue” e i risultati potranno conoscersi domani, ha dichiarato oggi all’Afp un portavoce del gigante petrolifero britannico, Robert Wine. “Saremo a quel punto in grado di dire se ha funzionato o se non andiamo nella direzione sperata”, ha aggiunto. “Non c’è un tempo limite”, ha tuttavia sottolineato. “Non lavoriamo in funzione del tempo, ma in funzione di quello che constatiamo a livello del pozzo”. “L’elemento decisivo, è la pazienza”, ha dichiarato, da parte sua, uno degli executive di Bp, Doug Suttles.

Lanciata mercoledì, l’operazione altamente delicata e senza precedenti a questa profondità (1.500 metri) consiste nell’inviare nel pozzo un melange di liquidi e fango. Una volta bloccato il flusso di petrolio, si tratterà di cementare il pozzo. In caso di fallimento “abbiamo una altra soluzione in stock, che consiste nel posare un coperchio di contenimento sulla perdita”, ha detto ancora il portavoce di Bp.

Il gigante americano è sottoposto ad una forte pressione da parte dell’opinione pubblica americana e dall’amministrazione Obama, che sta tentando in ogni modo di allontanare ogni paragone con la gestione dell’uragano Katrina da parte del suo predecessore George W.Bush.

Il presidente Barack Obama ieri è volato nuovamente in Louisiana, lo Stato più colpito dalla marea nera da dove ha annunciato che “triplicherà gli effettivi” dispiegati nelle regioni costiere investite dalla catastrofe ecologica. Obama ha anche promesso agli abitanti della Louisiana che “non saranno lasciati soli” e che il governo lavorerà fino a quando la fuoriuscita non sarà fermata e tutte le spiagge ripulite.

Il disastro è cominciato lo scorso 20 aprile dopo l’esplosione della piattaforma off-shore Deepwater Horizon, di proprietà di Bp. Il colosso petrolifero ha da allora stimato la fuoriuscita in circa 800.000 litri di petrolio al giorno, ma un rapporto del governo diffuso due giorni fa ha trovato che l’entità del danno sarebbe molto più grave, da due a cinque volte tanto.

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