Il voto svedese conferma l’ascesa dell’estrema destra nell’Ue


Bruxelles, 20 set. (Apcom)
– L’ingresso nel Parlamento svedese di un partito xenofobo di estrema destra conferma l’ascesa dei
movimenti populisti, razzisti o nazionalisti in diversi Paesi europei, in particolare su questioni che possono minacciare l’ideale comunitario.

Il successo dei Democratici di Svezia (Sd), che ha ottenuto il risultato storico del 5,7% dei suffragi, arriva dopo quello ottenuto dallo xenofobo Partito della Libertà (Ppv) dei Paesi Bassi e dal partito di estrema destra Jobbik in Ungheria. L’estrema destra è rappresentata nei Parlamenti nazionali di Danimarca, Austria, Slovacchia, Lettonia e Bulgaria. Alle elezioni europee del giugno 2009, i movimenti populisti e nazionalisti hanno ottenuto un punteggio a doppia cifra in sette Stati membri (Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Ungheria, Austria, Bulgaria e Italia), e un consenso tra il 5 e il 10% in altri sei Stati: Finlandia, Romania, Grecia, Francia, Regno Unito e Slovacchia.

La crisi economica che ha colpito il vecchio continente spiega in parte il suo successo in Europa, e non solo. Il principale bersaglio di questi partito è il multiculturalismo, e l’islam in particolare. Di conseguenza, le loro critiche all’Unione europea, che difende la libera circolazione dei cittadini europei, la libertà di religione e i vantaggi della globalizzazione, sono senza riserve. E l’Ue ha pochi mezzi per difendersi da quanti mettono in causa i suoi stessi valori.

Sim

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