Malnate, giunta appesa un filo Si dimettono gli altri assessori leghisti

Malnate Nuovo colpo di scena nella crisi politica malnatese: gli assessori leghisti Fabio Gastaldello (delegato all’Urbanistica) e Paola Cassina (responsabile della Cultura) hanno firmato ieri le loro lettere di dimissioni. Gli atti ufficiali sono stati già consegnati al commissario leghista Alessandro Vedani che li presenterà nei prossimi giorni al sindaco Sandro Damiani. «Prenderemo contatto con il sindaco – dice Vedani – e andremo a Malnate. Se la sua amministrazione vuole continuare a sopravvivere dovrà ripristinare lo status quo ante.

Dal sindaco mi aspetto che si torni alla ragionevolezza senza dare ulteriore spazio a altre componenti politiche per una questione oggettivamente ridicola».
Nel mirino di Vedani c’è soprattutto il vicesindaco, Mario Barel: «Il vicesindaco – dice Vedani – non ha mai nascosto una profonda antipatia verso il movimento Lega Nord, sta ora al sindaco ripristinare la maggioranza. Molti cittadini di Malnate non hanno capito i motivi della bagarre, la reale rottura è avvenuta a causa degli spazi che il sindaco ha concesso al vice (Barel) lasciandogli il palcoscenico per il suo teatrino. Un assessore valido non lo si dimette».
La resa dei conti all’interno del partito era stata anticipata da Vedani rievocando uno stralcio di uno dei grandi film del trio Aldo, Giovanni e Giacomo: «Hanno passato la prova della “cadrega” – dice Vedani – dimostrando grande maturità politica. Le responsabilità per quello che sta accadendo sono tutte di Sandro Damiani al quale abbiamo dato diverse possibilità di uscirne ma il sindaco non le ha mai raccolte quindi non si possono dare responsabilità alla Lega, noi siamo le vittime non i carnefici». Metafore cinematografiche a parte la situazione resta di grandissima tensione. Vedani presenterà le lettere di dimissioni in Comune e, questioni burocratiche a parte, il leghista si aspetta un passo importante da parte di Damiani: riportare cioè in giunta i tre assessori, compresa Barbara Mingardi, l’ex assessore che qualche mese fa con il suo commento poco elegante su Facebook a proposito del tricolore aveva dato il via alla bagarre.
Le dichiarazioni al vetriolo di Vedani hanno scatenato la reazione del presidente del consiglio comunale, Antonio Sassi: «Continueremo a lavorare sulle osservazioni – spiega l’esponente dell’Udc – io prendo ordine solo dai cittadini, di sicuro non da Vedani che non è nessuno, essendo semplicemente un segretario di zona. Andremo avanti, se il 15 giugno sul Pgt i sei leghisti dovessero votare contro, ne prenderemo atto. L’importante è che si capisca chi ci ha voluto mandare a casa. Va bene fare il cinema, ma ora sono stati davvero superati tutti i limiti possibili».
Pino Vaccaro

f.artina

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