L’asilo cancella Gesù BambinoNatale diventa festa dell’amicizia

CUVEGLIO «Nessuna parola sul vero significato del Natale nella festa dell’asilo di Cuveglio». A polemizzare sulla scelta dei vertici scolastici è Teresa Maffenini che, con una lettera, esprime tutto il suo rammarico per come è stato pensato l’evento in programma il prossimo 19 dicembre. «Già lo scorso anno – spiega l’insegnante in pensione nonché nonna di tre nipoti – sono stati eseguiti canti e scenette dedicati alla pace, all’amicizia, alla gioia, ma del significato del Natale e della nascita di Gesù,

neppure una parola. Così io e altri genitori quest’anno, per tempo, abbiamo chiesto che ci fosse almeno un breve canto per ricordare che a Natale è nato Gesù».
Una richiesta inoltrata alla scuola e respinta dalla direzione perché «le riunioni festose in locali scolastici non sono manifestazioni di tipo religioso». Parole che hanno scatenato la reazione dei sostenitori della tradizione. «Il Natale è sicuramente parte integrante della nostra fede – evidenzia la signora Meffenini – ma anche della nostra cultura, della nostra tradizione, è nelle nostre radici e nei ricordi di ciascuno, credente o non credente. Questo voler relegare il Cristianesimo in un ambito privato mi sembra un tradimento. Ma ciò che mi sconcerta di più è ritenere come questo “confinamento” non sia richiesto né tantomeno preteso dagli alunni e dai genitori di altre religioni che, infatti, siano vedo giocare tranquillamente nei nostri oratori. Siamo noi che rinunciamo alla nostra storia, senza capire che questo non facilita il dialogo e l’integrazione, ma crea risentimento e divisione». Critiche respinte con forza, però, dal dirigente dell’istituto comprensivo Salvatore Minauro. «La nostra è una scelta ben precisa – chiarisce – favorire l’integrazione, rispettando tutti. E la prova è evidente: nel nostro istituto ci sono sia il presepe che i crocifissi. Riteniamo però che proprio la festa organizzata in prossimità del Natale debba esprimere i valori di universalità e fratellanza e per questo abbiamo accantonato la religione e puntato su tematiche generali ma altrettanto importanti. Del resto la nostra è una scuola laica e come tale deve dimostrare l’assoluto rispetto di tutti gli alunni».
Sulla questione, interviene anche don Gialuigi Bollini, parroco di Cuveglio. «Non spetta a me – precisa – giudicare le scelte della direzione didattica. Voglio però, senza polemica, stimolare una riflessione e invitare tutti a non svuotare il Natale del suo significato: uno solo e cristiano. Se si decide di non prenderlo in considerazione credo sarebbe opportuno evitare ogni festeggiamento, spostandoli magari in altra data. Trasformare il Natale in festa dell’amicizia è veramente riduttivo. E poi credo che la stessa scuola, con le vacanze in questo periodo e a Pasqua, dimostri di essere pensata non proprio laicamente. È sicuramente giusto puntare su integrazione e fratellanza ma questi sono valori che andrebbero perseguiti sempre. E non in sostituzione di un credo che trova nella nascita di Gesù il suo perno. La scuola è libera di scegliere i propri programma ma credo che ci voglia rispetto per tutto. Anche per il Natale».
Alessio Pagani

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