SARONNO La commozione di Luigi Lazzaroni, la timidezza di Alessandro Carugati, l’orgoglio di Pierluigi Annoni, i ricordi di Ernesto Saccomanno, la gratitudine di Mariangela Pagani e soprattutto l’entusiasmo del sindaco Luciano Porro: sono questi i sentimenti che hanno animato ieri pomeriggio la cerimonia di consegna delle civiche benemerenze. In un sala Vanelli affollata di cittadini e di autorità civili, religiose e militari, il primo cittadino ha aperto il pomeriggio con un lungo e sentito discorso che,
partendo dai suoi ricordi di saronnese («Il suono delle campane di San Francesco, il sibilo del treno, il profumo dei biscotti»), è proseguito con un excursus sulla storia di Saronno che nel 1960 ha ottenuto il titolo di città grazie alla laboriosità dei propri cittadini. «Anche se la maggior parte delle realtà industriali che hanno fatto grande il nostro centro hanno chiuso – ha chiosato – la città continua ad essere attiva. E oggi è chiamata a vincere una grande sfida quella della riqualificazione delle 13 aree dismesse, frutto del cambiamento che ha vissuto negli ultimi decenni». Dopo i versi in vernacolo del poeta Giuseppe Radice, che ha dipinto una città caratterizzata dal Santuario e dal mercato, e dopo alcune riflessioni della classe del 1960, sono state consegnate le benemerenze. Indossando la fascia tricolore il sindaco Porro ha consegnato la statuetta della Ciocchina, la pergamena e la spilla con lo stemma della città a Pierluigi Annoni «per la dedizione alla sua professione di medico»; a Ernesto Saccomanno «per i pregi umani dimostrati nella gestione della propria attività»; a Alessandro Carugati «per l’instancabile attività nel mondo artistico ed educativo»; a Mariangela Pagani «per la devozione con cui ogni anno organizza la festa di Santa Marta»; e a Luigi Lazzaroni «per il suo lavoro d’imprenditore ma anche per l’impegno profuso nella società civile saronnese».
e.romano
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