Bruxelles, 8 giu. (Apcom) – La Commissione europea è
irremovibile: niente rinvii sulle strette regolamentari alla
pesca nel Mediterraneo, che imponendo letteralmente reti a
“maglie più larghe” rischiano di compromettere alcune delle
specialità culinarie tra le più amate in vari paesi, tra cui
l’Italia, come la frittura di paranza o gli spaghetti ai frutti
di mare. Nei giorni i pescatori greci e italiani avevano
protestato, ma la commissaria europea alla Pesca, la greca Maria
Damanaki non lascia spazi a slittamenti: la stessa Commissione ha
effettuato monitoraggi delle specie ittiche a rischio che la
normativa intende tutelare, e la situazione appare “allarmante”,
ha detto. Il 45 per cento delle specie monitorate nel Mare
Nostrum risultano colpite da pesca eccessiva.
Le nuove regole erano state adottate all’unanimità dai paesi
interessati nel 2006, con una lunga fase di transizione, ha
ricordato la commissaria. “Mi rivolgo agli stati affinché
agiscano. Il periodo di transizione è finito – ha detto la
Damanaki – e mi adopererò affinché la normativa venga applicata
rigorosamente”.
In realtà alcune scappatoie ci sarebbero, possibili deroghe a
favore di attività di pesca tradizionale ben individuate. Ma per
poterle sfruttare i relativi paesi avrebbero dovuto presentare
ampie e adeguate documentazioni, che secondo la Commissione o non
sono state presentate, o sono incomplete e lacunose, oppure sono
state presentate tardi. E nel frattempo altre recenti ispezioni
compiute dalla Commissione hanno accertato “serie violazioni”
delle normative sulla dimensione delle maglie nelle reti.
“Dobbiamo invertire la tendenza di metodi di pesca non
sostenibili”, ha insistito la Damanaki. (fonte Afp)
ALE
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