Parigi, 8 giu. (Ap) – Come accaduto ad altri, era finito al centro di uno scandalo che era stato definito “il peggiore di tutti i tempi” nella finanza, solo per scoprire dopo che qualcun altro aveva fatto ancor di peggio. Oggi si apre il processo a Jerome Kerviel, l’ex trader della banca francese Societe Generale che oltre due anni fa, nel gennaio del 2008, aveva effettuato alcune operazioni speculative non autorizzate da cui la banca sostiene di aver subito perdite da quasi 5 miliardi di euro. La vicenda fece scalpore, destabilizzò il gruppo e Kerviel divenne momentaneamente una sorta di simbolo di tutti quei comportamenti spericolati che venivano imputati ai protagonisti dei mercati, e che avevano contribuito a creare i presupposti della crisi finanziaria mondiale. Mesi dopo il risalto mediatico della vicenda venne offuscato dal crack di Lehman Brotehrs e ancor più dalla gigantesca truffa organizzata negli Usa dal finanziere Bernard Madoff.
Oggi Kerviel afferma di aver cambiato vita: un lavoro ‘normale’ in periferia, che gli frutta un salario da 2.300 euro al mese, non prende ferie, ma nemmeno vive nel clima adrenalinico delle sale di trading, precisando comunque che i proventi di quelle attività andavano alla banca, e che lui non ha mai guadagnato più di 100.000 euro l’anno. Un mese fa in Francia è uscito il suo libro, titolato in francese “L’ingranaggio: memorie di un trader”.
Oggi il 33enne, il cui padre faceva il metalmeccanico e la madre la parrucchiera, sarà in aula per difendere il suo operato. Viene accusato di falso, appropriazione indebita e utilizzo non autorizzato di sistemi informatici. Rischia fino a cinque anni di prigione e una multa che potrebbe raggiungere 375.000 euro, ma la sua versione dei fatti, in cui si presenta come un capro espiatorio, ha ottenuto una certa presa nell’opinione pubblica francese.
Voz/Fcs
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