Seedorf finisce davanti alla sbarra L’ex body-guard: “Non mi paga”

CAIRATE Clarence Seedorf, formidabile centrocampista del Milan, percepisce dalla società rossonera un ingaggio di circa 5 milioni di euro all’anno, centesimo più, centesimo meno. Per lui 34 mila euro sono una goccia nel mare dei suoi guadagni. Eppure è per questa cifra che il calciatore verrà chiamato in causa il prossimo 20 ottobre davanti alla quinta sezione civile del tribunale di Milano.
A trascinare l’asso olandese davanti ai giudici è Emilio Bevilacqua, 44enne di Cairate, sette volte campione d’Europa

di karate, campione del mondo seniores 1989, tre volte campione mondiale di kenpo e quattro volte campione mondiale di karate non-tradizionale.
Bevilacqua pretende da Seedorf 34mila euro. E’ la somma che il campione gli avrebbe promesso per svolgere un servizio di security 24 ore su 24: l’incarico era quello di sorvegliare la maxi-villa di Robecco sul Naviglio, nel Milanese.
Bevilacqua e Seedorf erano amici di vecchia data. Si erano conosciuti nell’ottobre 2001 a Ville Ponti in occasione del Premio nazionale dello Sport svoltosi a Varese. Dopodiché Bevilacqua era diventato personal trainer di arti marziali del calciatore: si allenavano insieme in una palestra di Legnano. Il rapporto era talmente cordiale che Seedorf aveva presenziato al battesimo del primogenito di Bevilacqua, mentre il karateca spesso e volentieri partecipava alle iniziative benefiche promosse dal tre volte vincitore della Champions League.
La svolta nel loro rapporto risale al novembre 2005, quando la villa di Seedorf era stata letteralmente depredata dai soliti ignoti. Giustamente impaurita, la moglie di Seedorf aveva chiesto al marito maggiore sicurezza. E questi, dovendosi rivolgere a una persona fidata, aveva pensato proprio a Bevilacqua.
Le due parti si sarebbero messe d’accordo per un compenso pari a mille euro a settimana. In nero. Ma Bevilacqua avrebbe ricevuto (alla presenza di testimoni) un unico pagamento al termine dei primi sette giorni di fatica. In seguito, forse anche perché Bevilacqua chiedeva la regolarizzazione del rapporto di lavoro, Seedorf avrebbe sempre tergiversato, evitando di sborsare altri quattrini. Ma proprio fidando nella vecchia amicizia, Bevilacqua avrebbe comunque continuato a onorare il proprio impegno, organizzando la sorveglianza e pagando persino di tasca propria alcune ricetrasmittenti per coordinare meglio i suoi uomini.
Nel maggio 2006 Bevilacqua aveva costituito una vera e propria società: lui dice perché convinto (anzi: obbligato) a farlo da Seedorf. La nuova ditta aveva così potuto finalmente formalizzare e regolamentare l’attività di security attraverso un contratto sottoscritto con un’altra società facente capo al milanista. Ma anche dopo la firma, di palanche neanche l’ombra. Il rapporto si era quindi interrotto il 31 maggio 2007.
Stanco di aspettare quei soldi che, a suo dire, gli spettano di diritto, Bevilacqua lo scorso 10 dicembre ha deciso di adire alle vie legali chiedendo l’assistenza degli avvocati Vittorio Crosta e Anna Pesenti. Seedorf, al contrario, sostiene attraverso i suoi legali di non dovere un centesimo all’ormai ex amico. Se sia vero o no, lo decideranno i giudici meneghini.

e.romano

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