LAVENA PONTE TRESA Dalle parole ai fatti. Dalla solidarietà pubblica ad un possibile ricorso alla giustizia per difendere i nostri frontalieri. Continua la pressione dell’associazione ticinese «Frontalieri grazie» nei confronti dei responsabili della campagna antifrontalieri «Bala i ratt», quella dei lavoratori del Varesotto accomunati a topi affamati di formaggio ticinese.
Dopo l’intera pagina a pagamento acquistata sul Corriere del Ticino nei giorni scorsi per ringraziare pubblicamente i lavoratori italiani in Svizzera, che ha segnato l’esordio dell’associazione
composta da esponenti del mondo della cultura, dell’economia, della finanza e dell’impresa, arrivano anche le prime azioni concrete. Portate avanti da personalità di spessore. Come architetti, professori, avvocati, medici, direttori di banca, ma anche giornalisti che si sono schierati a favore dei varesotti impiegati in Ticino.
Ad annunciarla è proprio il promotore dell’associazione «Frontalieri grazie», Paolo Bernasconi, ex procuratore pubblico e professore universitario. Con una lettera, dal sapore di ultimatum, inviata direttamente alla società di affissioni, la Clear Channel Plakanda di Zurigo, considerata «la società legalmente responsabile per la diffusione della campagna di Bala i ratt». «Sicuramente – si legge nel documento inviato alla società – conoscete la qualifica negativa sui contenuti veicolati dalla vostra ditta che stata espressa dal Dipartimento degli affari esteri e dal Governo del Canton Ticino. Vi è anche nota l’ondata di proteste sia in Ticino che in Italia, sfociata anche sulla stampa nazionale e locale, con grave danno per l’immagine della Svizzera. Ciò malgrado i promotori intendono continuare».
Per questo si ventila la possibilità di denuncia da parte di «Frontalieri Grazie», qualora la ditta di affissioni continuasse a diffondere nuovi manifesti della campagna, attesi entro i prossimi mesi. Nella lettera, poi pubblicata anche sul sito dell’associazione, all’indirizzo ww.frontalierigrazie.ch, si chiede così alla società di affissioni svizzero-tedesca di «comunicare entro venerdì 22 ottobre se è stato deciso di rinunciare a fornire il supporto alla campagna Bala i ratt». «Riteniamo – si legge – che i messaggi diffusi dalla vostra ditta siano, perlomeno, lesivi della personalità dei lavoratori frontalieri. Per questo stiamo preparando le relative azioni legali fondate sull’articolo 28 del Codice civile e sull’articolo 14 della Legge federale sulla concorrenza sleale. Sono riservate altre iniziative legali». La battaglia tra gli amici dei frontalieri e oppositori in Ticino, insomma, è appena iniziata.
b.melazzini
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