Come combattere l’osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia diffusa dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da alterazioni della microarchitettura dell’osso con conseguente incremento della fragilità ossea e aumentata suscettibilità alle fratture. Distinguiamo due tipi di osso, l’osso denominato corticale o compatto che ritroviamo soprattutto a livello delle ossa lunghe degli arti, e l’osso trabecolare o spugnoso che è tipicamente presente nelle vertebre , nel bacino e nelle estremità delle ossa lunghe. La struttura dell’osso

trabecolare ha una sua particolare microarchitettura tridimensionale che consente di sopportare i carichi; quando , a causa dell’osteoporosi, la normale architettura ossea perde la sua integrità il rischio di frattura, anche per traumatismi di modesta entità, aumenta. Definiamo osteoporosi “primitiva” la forma in cui non si riconosce una causa scatenante, sono invece definite “secondarie” le forme nelle quali si riconoscono una o più cause (sistemiche, endocrine, iatrogene).

Chi colpisce l’osteoporosi?
L’osteoporosi colpisce soprattutto la donna in considerazione dei mutamenti ormonali indotti dalla menopausa, tuttavia anche l’uomo può esserne colpito soprattutto in presenza di fattori di rischio. Secondo i dati dell’ OMS il 15% circa delle donne di 50 anni è affetto da osteoporosi , tale percentuale sale ad oltre il 40% a 75 anni; il 40% circa delle donne e il 20 % degli uomini di età superiore a 50 anni andranno incontro nella restante parte della loro vita ad almeno 1 frattura da fragilità.

Quali sono i fattori di rischio?
Sono diversi i fattori di rischio per lo sviluppo dell’osteoporosi e spesso si combinano tra loro. Tra essi riconosciamo fattori genetici (sesso femminile, razza bianca, ereditarietà e familiarità per fratture), abitudini dietetiche (scarso apporto di vitamina D e calcio, sbilanciato apporto proteico), fattori ormonali (menarca tardivo, menopausa precoce, periodi di amenorrea nell’età fertile); tra i fattori di rischio sono inclusi anche la scarsa esposizione al sole, la sedentarietà, la magrezza, il fumo, l’abuso di alcoolici. Infine è necessario sottolineare che l’uso prolungato di alcuni farmaci come i cortisonici e gli anticoagulanti (spesso assunti per lunghi periodi da alcune categorie di pazienti) ha una particolare rilevanza tra i fattori di rischio per un peggioramento o uno sviluppo precoce dell’osteoporosi.

Quali sono i sintomi dell’osteoporosi?
La sintomatologia clinica dell’osteoporosi può essere molto modesta o del tutto assente prima della comparsa delle fratture. In occasione di esami radiologici eseguiti per cause diverse non è infrequente il riscontro di fratture vertebrali asintomatiche; la presenza di una frattura vertebrale quadruplica il rischio di averne una seconda. Il dolore rappresenta il sintomo fondamentale delle fratture da fragilità ed è dolore acuto, intenso che è presente anche a riposo non solo durante le normali attività quotidiane.

Quali sono le sedi più frequenti delle fratture da osteoporosi?
Le sedi anatomiche più tipiche sono i corpi vertebrali, il collo del femore e l’avambraccio distale (frattura di Colles).

Che cosa è la MOC ?
La MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) è un ‘indagine strumentale a bassa emissione di radiazioni (attualmente si utilizzano macchine a doppio raggio o DEXA) che è in grado di misurare direttamente il contenuto minerale dello scheletro e darci informazioni sul rischio di frattura. Generalmente le sedi anatomiche valutate sono le vertebre lombari ed il femore. Eventuali controlli della MOC richiesti dallo specialista, anche per monitorare la risposta ai trattamenti farmacologici osteometabolici, non sono da ripetere prima dei 18-24 mesi.

Le malattie reumatiche sono un fattore di rischio per lo sviluppo dell’Osteoporosi?
L’osteoporosi rappresenta una manifestazione di numerose malattie reumatiche, in particolare di quelle a decorso cronico e invalidante. E’ più frequente e temibile nelle malattie reumatiche ad impronta infiammatoria cronica quali l’artrite reumatoide e le spondiloartriti; in queste patologie l’osteoporosi è causata dagli stessi meccanismi che sostengono la malattia di base e, in alcuni casi, dai farmaci utilizzati per il loro trattamento.

Sono utili gli esami del sangue per la diagnosi di Osteoporosi?
Gli esami di laboratorio rivestono particolare importanza nella diagnosi differenziale delle Osteoporosi secondarie. Per quanto riguarda l’Osteoporosi primaria si possono ricercare nel sangue e nelle urine alcune molecole denominate marcatori osteometabolici che sono in grado di fornire informazioni sul grado di attività del ricambio osseo scheletrico; tra essi riconosciamo l’osteocalcina, l’isoenzima osseo della fosfatasi alcalina, le Piridinoline urinarie e alcuni frammenti derivanti dal collagene osseo (nTX e CTX).

Quali trattamenti farmacologici esistono per l’osteoporosi?
L’osteoporosi è prevenibile svolgendo attività fisica costante, cercando di evitare i diversi fattori di rischio (fumo, alcolici, scarsa esposizione al sole) e assicurando un adeguato introito di calcio giornaliero (circa 1 g/die) . Qualora tali presidi non siano sufficienti esistono diverse classi di farmaci che con diversi meccanismi sono in grado di determinare un significativo incremento della massa ossea e una riduzione della probabilità di avere eventi fratturativi vertebrali e femorali. Tra essi riconosciamo i bifosfonati (alendronato, risedronato, ibandronato, acido zoledronico), il raloxifene, il ranelato di stronzio; l’utilizzo delle molecole derivate dall’ormone paratiroideo (l’intera molecola o il suo frammento N-terminale) è per ora riservato a quei pazienti che non presentano una risposta terapeutica adeguata ai trattamenti convenzionali o che già presentano più eventi fratturativi vertebrali e/o femorali.

Dott. Massimiliano Limonta Responsabile
Unità Dipartimentale di Reumatologia Ospedali Riuniti di Bergamo

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