Rifiuti e alghe sul Ticino Ma nessuno vuole pulire

SESTO CALENDE Chi pulisce il Fiume Azzurro dalle alghe e dai rifiuti che galleggiano sulla sua superficie? All’indomani della denuncia di degrado ambientale lanciata dal gruppo di opposizione consiliare di Insieme per Sesto, gli enti pubblici del Comune e del Parco del Ticino discutono su chi debba porvi rimedio. Tutti d’accordo sul fatto che l’immagine non sia decorosa per una cittadina che vuole definirsi turistica. Il problema però è capire chi debba assumersi l’onere della pulizia.

Come spiega l’assessore all’Ambiente Raffaele Bertona in una nota «le piante acquatiche ci sono sempre state. Ma diminuendo progressivamente il livello delle acque del lago Maggiore questa vegetazione emerge. A partire dal mese di agosto (ad eccezione dell’interruzione del piovoso Ferragosto), il calo idrometrico del fiume è costante ed è ai suoi minimi dell’anno, al di sotto dei valori medi mensili per questo periodo dell’anno».
Un fenomeno naturale, dunque, e che può risolversi in parte con le piogge di questi due giorni, ma che certamente non fa di Sesto una bella cartolina. «Come evidenziato nel sito internet del Consorzio del Ticino, non è vero che le alghe sono cresciute, come sostenuto dagli osservatori del gruppo di minoranza di Insieme per Sesto». Bertona punta piuttosto il dito sull’inciviltà di alcuni. «L’immagine di degrado è aumentata in centro paese dal fatto che le alghe evidenziano le cattive abitudini di numerosi cittadini, che usano il fiume come pattumiera: più a valle, pur con piante acquatiche affioranti, i rifiuti non ci sono». La soluzione potrebbe essere, oltre ad una maggiore responsabilizzazione dei cittadini, una pulizia con taglio della vegetazione acquatica. Ma il Comune non dispone di barche per operare. E lancia un appello al Parco. «Il fiume Ticino – fanno notare i tecnici – fa parte della Zona Protezione Speciale Uccelli, del SIC Boschi del Ticino gestito dal Parco e ricade all’interno della perimetrazione di Parco». Dunque un aiuto per risolvere il problema potrebbe venire proprio dall’ente. Ma dal Parco fanno sapere che non è compito loro. «La protezione naturale del fiume non c’entra nulla con il dovere di mantenere il decoro urbano» spiega il consigliere del Parco Roberto Caielli. «In passato più di una volta il Comune con propri mezzi ha fatto interventi di sfalcio delle alghe e pulizia dai rifiuti sulle sponde. Il Parco non ha competenze in questo, e in 35 anni di vita non ha mai provveduto, in nessun Comune, alla pulizia delle acque». Dal Parco però lanciano una proposta: «Se il Comune ha bisogno dell’assistenza del mezzo nautico dei nostri volontari non ha che da chiedere, siamo a disposizione». Forse la sinergia potrà restituire a Sesto il suo Fiume Azzurro.

b.melazzini

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