– Servizi igienici pubblici a Busto: per i cani sì, per le persone no. «Si deve per forza andare nei bar – protesta La Voce della Città di – così a Busto si paga una “tassa” anche per fare pipì».
E il presidente del consiglio comunale invita il sindaco a usare il pugno duro con le Ferrovie dello Stato: «Un’ordinanza per rendere liberamente fruibili i servizi igienici in stazione».
Anche i “bisognini” sono un caso a Busto. Sì, perché in tutta la città mancano dei servizi igienici pubblici. Come fa notare Audio Porfidio , leader del movimento civico La Voce della Città, «se ad una persona che è in giro a Busto gli scappa la pipì, non ha alternative che entrare in un bar. Ordinerà un caffè, pagando così una sorta di “tassa” sul “bisognino”. Non è giusto, soprattutto per le donne». Paradossalmente i cani sono messi meglio, visto che «per loro è a disposizione un’area per fare i bisognini, nei giardini di via Castelfidardo», fa notare Porfidio.
«A Busto siamo al paradosso. Il cane può fare pipì, il suo padrone invece o se la tiene o la fa sui muri». Sul problema dell’assenza di toilette pubbliche «pende già da tempo un’interrogazione in consiglio comunale», come ricorda il fautore del documento, il presidente del consiglio comunale Diego Cornacchia.
«Ho chiesto alla giunta – spiega l’esponente del Pdl – come mai, in previsione di una città “invasa” da turisti italiani e stranieri in arrivo sul nostro territorio nel periodo di Expo2015, non sia stato previsto nemmeno un servizio igienico pubblico in zona centrale».
La proposta di Cornacchia è quella di riattivare i bagni pubblici di piazza Trento e Trieste, sotto l’edicola dei giornali, chiusi e abbandonati ormai da lungo tempo, «affidandone la gestione ai lavoratori socialmente utili,
con la prospettiva di un guadagno grazie alle mance lasciate dagli utilizzatori».
In attesa di una risposta ufficiale, Cornacchia sollecita un intervento sui servizi igienici della stazione Fs, riaperti dopo lungo tempo, anche se per accedervi occorre chiedere la chiave al capostazione.
«Se consideriamo che un bar senza servizi igienici viene fatto chiudere, è inammissibile che un luogo pubblico frequentato quotidianamente da centinaia e centinaia di persone non metta a disposizione per una libera fruizione i servizi igienici. Il sindaco dovrebbe emettere un’ordinanza ad hoc, per imporre a Rfi di adempiere ai suoi doveri».