BUSTO ARSIZIO – La scarcerazione di Nino Caianiello potrebbe essere questione di giorni. L’ex Mullah, in carcere a Busto Arsizio dal 26 marzo scorso, ha patteggiato 4 anni e 10 mesi nell’ambito del processo “Mensa dei Poveri”. L’ex ras di Forza Italia in provincia di Varese è stato tra gli uomini più influenti nella politica lombarda fino al maggio 2019, quando la Procura del capoluogo lombardo ha scoperchiato un sistema di tangenti, corruzione e spartizione dei posti nelle aziende pubbliche che ha coinvolto decine di politici, imprenditori e professionisti che facevano riferimento proprio all’ex-tabaccaio di Gallarate.
Comi, Orrigoni e gli altri imputati alla sbarra
A marzo ha invece preso il via il processo a Milano a carico di Lara Comi e altre 62 persone che erano state rinviate a giudizio per il presunto “sistema” del malaffare che aveva come terminale proprio Caianiello. Oltre a Comi, sono a processo l’ex vicecoordinatore lombardo azzurro ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e il consigliere lombardo e collega di partito Fabio Altitonante.
Tra coloro che dovranno affrontare il dibattimento anche il patron della Tigros Paolo Orrigoni, l’imprenditore Daniele D’Alfonso, l’ex dg di Afol metropolitana Giuseppe Zingale e il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani.
Scarcerazione imminente per Caianiello
Caianiello ha già scontato 6 mesi con la carcerazione preventiva, oltre ai 4 che sta scontando da marzo: la pena residua da scontare è ormai inferiore ai 4 anni e ora il giudice di sorveglianza di Varese potrebbe decidere in via provvisoria alternativamente per l’affidamento in prova ai servizi sociali o per la detenzione domiciliare. Dopodiché spetterà al Tribunale di Sorveglianza di Milano ammettere o meno Caianiello all’affidamento per i prossimi quattro anni.
La difesa ha indicato nella Fondazione Exodus e nell’associazione Valle di Ezechiele le realtà dove Caianiello gradirebbe svolgerlo.