A Lozza non c’è spazio per le case degli espropriati

LOZZA A Lozza sono in tutto 15 le famiglie che dovranno lasciare la casa per fare spazio alla Pedemontana. Sono le famiglie che vivono nei condomini di via Volta e da loro è partito il grido d’aiuto rivolto al Comune affinché intervenga per fare luce sul loro futuro, che a pochi mesi dall’avvio del cantiere, appare ancora incerto.
Nel marzo 2010 è previsto l’inizio dei lavori della tangenziale di Varese e, a oggi, gli espropriati non sanno ancora dove andranno a vivere,

temendo di trovarsi a tu per tu con le ruspe senza avere un’alternativa abitativa. Pedemontana ha messo sul piatto diverse ipotesi. A fronte dell’esproprio la società si è resa disponibile a riconoscere il controvalore in denaro dell’appartamento abbattuto, tenuto conto di eventuali migliorie apportate dopo l’acquisto o, in alternativa, ha prospettato la possibilità di realizzare delle case prefabbricate in legno, sul modello trentino. Per quanto riguarda la seconda ipotesi il Comune di Lozza ha fatto sapere di avere la possibilità di mettere a disposizione un terreno di 800 metri quadrati dietro alle scuole elementari. Un terreno tuttavia insufficiente per ospitare tutte le unità abitative.
«La questione – spiega il sindaco Adriana Fabbian – non è semplice. Il Comune non è l’interlocutore adatto con cui trattare la soluzione di questo problema. Io da un punto di vista umano e morale comprendo il momento difficile che stanno vivendo gli espropriati, con tutti i timori e i disagi legati alla loro situazione. Tuttavia da un punto di vista pratico il Comune non può intervenire a risolvere il loro problema. Sul piano tecnico, amministrativo e gestionale è Pedemontana che deve farsi carico di tutti gli aspetti connessi all’esproprio, accompagnando i cittadini verso la completa soluzione del problema». Già perché fino a questo momento non è ancora chiaro quante tra le famiglie espropriate vogliano effettivamente rimanere a Lozza e quante abbiano già trovato soluzioni alternative. Secondo il sindaco del paese l’unico interlocutore che possa dare loro una risposta concreta è e deve essere Pedemontana: «Il Comune tutt’al più può fare da aggregatore, ma non possiamo essere noi ad intervenire in una situazione che riguarda rapporti tra dei privati e la società Pedemontana – continua il primo cittadino -. Per il Comune stesso la prossima realizzazione della tangenziale di Varese ha diversi lati che ancora rimangono da chiarire. Anche sulle scrivanie del municipio non sono ancora arrivate delle carte chiare sulla situazione». Allo stato attuale delle cose il Comune ha la possibilità di mettere a disposizione un terreno da 800 metri quadri, insufficiente per realizzare un’abitazione per tutti i lozzesi che rimarranno senza una casa: «Ci sono anche altre strade da percorrere – conclude –. Se non ci sono spazi per edificare nuove case prefabbricate, le famiglie potrebbero anche essere ricollocate all’interno del paese, del resto ci sono alcuni appartamenti invenduti». La questione verrà approfondita in un incontro tra Pedemontana e cittadini, previsto per giovedì.

b.melazzini

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