Più di 1.500 aspiranti acquirenti per l’asta degli oggetti smarriti a Malpensa: lo Stato ricava più di 65mila euro. Ma non è solo un fenomeno di costume.
Ormai è un appuntamento fisso: ogni anno verso la fine della primavera, tra maggio e giugno, l’istituto di vendite giudiziarie Givg organizza in collaborazione con Sea l’asta degli oggetti smarriti in un’ala dismessa degli ex check-in del terminal 2, proprio dietro ai banchi di accettazione dei bagagli di Easyjet.
Dalla curiosità degli scorsi anni si sta passando alla “moda” delle aste, gonfiata dalle popolari trasmissioni televisive dei canali digitali, come Dmax, che importano i format americani.
Alle nove e mezzo del mattino, orario d’inizio dell’asta 2014, il parcheggio predisposto al terminal 2 era già al tutto esaurito e nel salone erano stipate circa 1.500 persone, pronte a battagliare a suon di rilanci per un iPad o un passeggino, un lotto di gioielli o uno di caricabatterie per i cellulari. Un successo anche quest’anno, forse anche più degli scorsi anni, visto che il salone faticava a contenere tutti i partecipanti. «Un delirio» ammette Giorgio, di Gallarate, venuto solo per curiosità.
E alla fine ad aggiudicarsi gli oggetti più sostanziosi sono quasi sempre i “professionisti”: commercianti di usato, negozianti, intermediari.
Gente che è disposta ad alzare la posta fino a seimila e 650 euro per aggiudicarsi una scatola piena di bracciali, anelli e orecchini non periziati.
È successo ieri, ed è stato il lotto venduto al prezzo più alto, dei 163 che sono stati battuti al termine di una mattinata intensa. Tutti venduti, nessuno escluso. Su una base d’asta da perizia iniziale della Givg di 15mila e 270 euro di valore complessivo, il ricavo totale è stato di 65mila e 740 euro.
Che, fanno sapere da Sea, «andrà a copertura parziale delle spese di gestione, mentre la restante parte spetta al Ministero del Tesoro». Gli oggetti erano conservati in un magazzino nei sotterranei del Terminal 2 e sono stati visionabili nei due giorni precedenti all’asta.
Qui gli addetti Sea ci spiegano che, «per la tipologia di utenza degli scali, gli oggetti di maggior valore provengono da Linate».
© riproduzione riservata