A noi e a chi ama il Varese basta e avanza checi metta la faccia. Perché le cose le fa per bene o non le fa (bianco o nero, stessa pasta del figlio). Perché ha la tempra del vincente. Perché davanti alla porta lui spinge la palla dentro, e non fuori.
Un colpo da leone, anzi da maestro: se hanno ucciso il mio Varese, io non sto a guardare. E se devo morire, lo faccio come voglio io.
Se questa squadra mi ha cambiato la vita, dandomi tanto, .
Non è stato con le mani in mano ma non l’era stato nemmeno nell’era Laurenza quando, per due volte, aveva detto”io ci sono” vedendosi prima preferire Montemurro e poi, alla vigilia di “quel” Varese-Novara, intervenendo come un padre con , radunati un epico pomeriggio all’Ata Hotel come avrebbe potuto fare solo il Cumenda: «Guardatemi bene negli occhi – disse – ».
Il richiamo della foresta, forse del , o dell’onore infangato di quel Varese 1910 creato da lui e ucciso da altri hanno fatto la differenza, così come quella frase – «» – che non avrebbe mai dovuto pronunciargli, perché facendolo è come se gli avesse dato l’ok (quando un Sogliano si mette in testa che una cosa è impossibile, ci si butta mentre tutti gli altri si tirerebbero indietro, e questo la differenza: ).
, mangiacaviglie che vedeva sempre prima degli altri dove finivano l’avversario, la palla e il destino: ha voluto sempre e solo questo, ora ce l’ha, ma ciò non ci impedisce di essere preoccupati per le rinunce a cui andrà incontro (non meritano di subirle né lui né le persone che lo circondano) e per altre, eventuali rinunce di chi ha promesso un contributo e un impegno apparentemente economico ma che, nei confronti di un uomo come Ricky e del suo amore purissimo per il Varese, dovrebbe essere innanzitutto morale.
è di Cugliate Fabiasco, vive per il Varese, ed è l’unico che s’è fatto avanti (come Ricky) mentre altri rimanevano indietro.ma siamo nel paese di chi fa il moralista a senso unico con gli altri, invece di guardare in casa propria: ovunque andasse a giocare Brocchi, la sua squadra era accolta come una “squadra di Brocchi”. I facili giochi di parole sull’attività di Sudanti a noi al massimo fanno sorridere e : perché Paolo è un tifoso del Varese (nessun alto dirigente degli ultimi dieci anni, a parte, lo era) che corona il sogno di entrare nella società che ama mettendoci i soldi. Grazie Paolo, fossero tutti come te…
Infine, ma non per ultimo,: ha fatto quello che ogni sindaco dovrebbe fare. Ha messo il bene della sua città davanti ai rancori personali, alle malelingue, alle difficoltà (ieri sembrava tutto perduto ma
), ad alleati e avversari che ieri per lui avevano tutti quanti una sola maglia: .