Palermo, 4 mag. (Apcom) – L’emergenza rifiuti è tornata in questi giorni ad interessare pesantemente Palermo. Montagne di immondizia e roghi notturni di cassonetti continuano a coinvolgere, in maniera sempre più drammatica, le strade del capoluogo siciliano. Per Legambiente Palermo, la situazione in cui versa la città è quella di una “emergenza pilotata, ad orologeria” le cui ragioni sono da ricercare altrove. Secondo Giuseppe Messina, portavoce dell’associazione ambientalista, “quando si tratta di riavviare l’economia di un’azienda, in questo caso l’Amia, si ritardano i processi di raccolta di rifiuti. E i cittadini palermitani che sono stanchi di convivere con questi cumuli di sporcizia adottano la politica del fai-da-te: danno fuoco ai rifiuti attivando un processo di combustione, con emissioni significative di diossine in atmosfera”.
Raggiunto dai microfoni di Cnrmedia, Messina ha quindi difeso il ruolo e la posizione dei dipendenti dell’Azienda Municipalizzata palermitana: “Non si può far cadere sui dipendenti – dice – quelle che sono le condizioni di gestione del sistema. L’Amia ha un onere: rilanciare la gestione di un piano industriale assolutamente credibile e non basato praticamente sulla buona volontà di chi vuole operare sul territorio”.
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