Carate – Per chi intende scoprire la pecora brianzola, anche dal punto di vista culinario, l’occasione è ghiotta. Al ristorante La Piana di Carate Brianza, patron lo chef Gilberto Farina, da sempre promotore del recupero della razza, è in programma giovedì 26 marzo l’ultima di tre cene a tema, tradizione del locale che con l’inizio del 2009 si è trasferito nel cuore della vecchia Carate (via San Simpliciano, 12), dopo 16 anni di attività nel lecchese, a Castello Brianza.
L’appuntamento enogastronomico avrà come unica protagonista proprio la razza brianzola. Il menù? Trilogia di agnellone con composta di zucca e zenzero, fagottino gratinato con ragù di agnellone e patate, crema di ceci all’olio di rosmarino, spaccato di agnellone in umido alle erbe, bocconcini di agnellone con cipolline borettane e patate e per concludere la "Miascia" con gelato di polenta. (La prenotazione è d’obbligo, 0362 90.92.66).
Nato a Cernusco sul Naviglio, nel 1968, lo chef Farina, da sempre brianzolo d’adozione, è tra i soci fondatori dell’Associazione cuochi Brianza, di cui oggi è vicepresidente. Per lui ci sono recensioni e valutazioni delle migliori guide enogastronomiche, da Veronelli a Slow food.
L’impegno per il recupero dei sapori di Brianza ha fatto di Farina un socio onorario dell’Associazione della pecora brianzola, grazie alla collaborazione intrapresa per il rilancio della razza in via d’estinzione, proprio anche con le serate enogastronomiche dedicate. “Dall’aprile 2008 l’agnello di razza brianzola è stato inserito dalla Regione Lombardia nell’elenco dei prodotti tipici regionali. Invito chi non conoscesse la storia e il prodotto, a visitare il sito ufficiale, dove l’Associazione illustra le varie tappe volte ad ottenere i riconoscimenti”, sottolinea Farina.
La serata dedicata alla razza sarà un binomio di gusto e convivialità, caratteristiche che fanno del ristorante La Piana un luogo dove trascorrere “un viaggio” alla scoperta di piatti, anche dimenticati, della tradizione brianzola, e in parte lariana, senza disdegnare la cucina meneghina. La sua cantina è invece un regno di passione per i vini italiani, per quel patrimonio di vitigni autoctoni e piccoli produttori a cui lo chef dedica i lunedì di chiusura del suo locale, vagando in particolare per il Nord Italia, alla ricerca di tesori dell’enologia. Così è giunto ad offrire alla clientela una selezione di 450 etichette. E con la nuova location sono giunti anche i prodotti del Birrificio Menaresta, con la birra artigianale cruda prodotta proprio a Carate.
Ari.Mon.
a.monticelli
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