«A Varese non c’è più lavoro» Gli stranieri se ne vanno

VARESE Tempi duri anche per i lavoratori stranieri, siano essi piccoli imprenditori, artigiani, operai o dipendenti, della provincia di Varese. La crisi economica ha colpito anche questa categoria della nostra economia; a pagare il conto più salato, in termini di perdita del lavoro, sono i lavoratori extracomunitari.

I dati relativi al primo bimestre 2013, in possesso della Cna varesina sono eloquenti. Nello stesso periodo dello scorso anno, gli artigiani extracomunitari che avevano aperto una nuova attività sul territorio era stati 76, contro i 67 di quest’anno. In percentuale, nel primo bimestre 2012, le piccole imprese extracomunitarie nuove erano circa il 30% del totale; quest’anno invece sono appena circa il 20%.

«Abbiamo registrato in questo inizio anno una forte contrazione delle nuove attività in capo a cittadini extracomunitari» osserva Gianni Mazzoleni, dirigente della Cna di Varese. Un fenomeno visibile anche ad occhio nudo, secondo l’associazione di categoria. I cantieri sono sempre meno popolati di lavoratori stranieri. «Molti ci dicono che se ne vanno perché in Italia ed in provincia di Varese non c’è più lavoro» aggiunge Mazzoleni. L’edilizia, l’autotrasporto, i negozi di kebab o le imprese di pulizia, sono i settori che vedono impegnati il maggior numero di lavoratori extracomunitari che lavorano in proprio.

«La cessazione delle attività a febbraio pesa per circa il 30% – sottolinea l’esponente della Cna – ed è l’edilizia a trascinare verso il basso questo dato». Molti extracomunitari decidono di tornare ai loro Paesi d’origine, oppure emigrano verso il nord dell’Europa, a caccia di nuove opportunità. Anche chi riesce a resistere non se la passa certo bene. «Un altro fenomeno che abbiamo registrato in questo periodo è che un 30% di piccoli imprenditori stranieri non paga i contributi previdenziali perché al limite della sopravvivenza» afferma Mazzoleni. Non va meglio ai lavoratori extracomunitari dipendenti.

«Le richieste di aiuto al nostro sportello sono aumentate di almeno il 30% – commenta Jacques Amani, responsabile ufficio stranieri della Cgil varesina – abbiamo notato come il lavoro sia ritornato saltuario, soprattutto nel campo dell’edilizia, ed anche il pagamento in nero sia aumentato». Dati preoccupanti anche quelli raccolti all’Anolf, l’ufficio della Cisl varesina che si occupa di lavoratori extracomunitari. «Il 2012 è stato uno degli anni più negativi – dichiara Martine Illgen, presidente Anolf Varese – abbiamo trattato circa 2500 pratiche di persone extracomunitarie in attesa di occupazione; tanti hanno perso il lavoro ed è tornato in auge il pagamento in nero, così come i lavoretti saltuari, senza una minima stabilità». La soluzione sempre più spesso adottata dai lavoratori extracomunitari è quella di tornare in patria, o cercare fortuna altrove, lontani dalla provincia di Varese, un tempo ricca, almeno di opportunità.

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Matteo Fontana

p.rossetti

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