. Secondo la classifica pubblicata da «Il Sole 24 Ore» è al 92esimo posto con 5.560 nuove cause nel 2015, 5,11 ogni mille abitanti.
La classifica è il risultato dell’elaborazione sulle statistiche ministeriali relative ai ricorsi civili avviati nel 2015 nei tribunali italiani. I dati sono stati ricondotti a livello provinciale (o di area metropolitana), accorpando gli uffici giudiziari. Per fotografare il tasso di litigiosità dei territori sono stati considerati solo i procedimenti civili di “contenzioso puro” in tribunale, mentre sono esclusi i fallimenti, le esecuzioni e le cause non contenziose (come le separazioni consensuali e la volontaria giurisdizione, che comprende, ad esempio, le autorizzazioni per gli atti per le persone dichiarate incapaci). Varese risulta quindi negli ultimi posti della classifica, dietro a Como (al 90 esimo posto con 3.024 cause ma 5,15 ogni mille abitanti) e avanti solo a Lecco (1.577 cause, 4,69 ogni mille abitanti) e Sondrio (846 cause, 4,68 ogni mille abitanti) nell’elenco nelle province Lombarde.
Le ragioni dei diversi livelli di litigiosità sarebbero molteplici, prevalentemente legati ai tempi della giustizia. Secondo i dati del ministero della Giustizia, servono 2 anni e nove mesi per chiudere un contenzioso civile in tribunale: 992 giorni in media al 30 giugno scorso, in calo rispetto ai 1.007 giorni di fine 2015. Ma nei tribunali delle province più litigiose (Catanzaro, Reggio Calabria e Foggia) è superiore al dato nazionale. A Varese la durata media dei processi è di 800 giorni, poco più di due anni, sotto il livello nazionale. Tempi che sono destinati a ridursi ancora con l’introduzione dei Sistemi Informativi Automatizzati (DGSIA). Nell’ambito del processo civile, infatti, è in fase di attivazione il “Processo Civile Telematico”, il cui obiettivo è l’informatizzazione di tutto il procedimento giudiziario civile: dalla gestione del fascicolo al giudizio in aula.
Nell’ambito del processo penale invece, gestisce progetti che riguardano le banche dati dei reati e gli scambi d’informazioni con gli uffici, gli istituti penitenziari, le procure e le prefetture.
«La cura per la giustizia civile – ha commentato il Ministro della Giustizia, sul sito Ministeriale – continua a produrre effetti positivi e migliora il settore in efficienza e performance».
A unire l’Italia è infatti il calo delle cause civili. Il trend è generalizzato: se si mettono a confronto i ricorsi (contenziosi e non) presentati l’anno scorso nei tribunali italiani con quelli avviati nel 2013, in quasi tutte le province i numeri hanno segno negativo. Varese, per quanto riguarda i procedimenti civili iniziati nel 2015, figurando al 94esimo posto con 19.207 nuovi processi (-14% rispetto al 2013), 17,66 processi ogni mille abitanti. La diminuzione delle nuove cause,
peraltro, si riflette sullo stock dei procedimenti in corso, che da anni è in calo. Sempre secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Giustizia, aggiornati al 30 giugno scorso, le cause civili pendenti in tutti gli uffici giudiziari italiani sono quasi 3,9 milioni: meno di due anni fa, a fine 2014, erano oltre 4,3 milioni e nel 2009 erano 5,7 milioni. Si conferma in aumento, infine, il dato sulle mediazioni civili e commerciali, che nel 2015 ha sfiorato le 200mila iscrizioni e che, nel primo trimestre 2016, supera già le 52mila unità.