in città per far visita a Villa Panza. Il grande regista e sceneggiatore tedesco ha trascorso una giornata nella nostra Varese, richiamato dalla mostra di respiro internazionale “Aisthesis – All’origine delle sensazioni Robert Irwin e James Turrell”.
Il gioiello d’arte varsino, la Villa che ospita la collezione del Conte Panza, si sta confermando catalizzatore di personaggi illustri provenienti dal panorama culturale Internazionale. L’ultima visita “vip” è quella di domenica. Wim Wenders ha passato una giornata a Varese per visitare la mostra insieme alla moglie e godersi un po’ di bellezze del nostro territorio.
Per chi non lo conoscesse, Wenders è un esponente di primo piano del Nuovo Cinema tedesco, che ha conosciuto il successo internazionale dirigendo pellicole quali “Lo stato delle cose”, “Paris Texas” e “Il cielo sopra Berlino” che gli sono valsi numerosi riconoscimenti di carattere internazionale. Palma d’oro a Cannes nel 1984, ha anche ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1995. Le nuove generazioni lo hanno invece apprezzato per “Fino alla fine del Mondo”, “Buena Vista Social Club” e “Everythings will be fine”, uscito quest’anno.
Il regista è venuto in città richiamato dall’eco della mostra ospitata da Villa Panza, che intende documentare la ricerca e la poetica di James Turrell e Robert Irwin, protagonisti dell’arte ambientale americana. Una passione, quella per l’arte americana, che Wenders ha iniziato a coltivare durante il suo soggiorno negli Usa, durato quattro anni, negli anni’70. E che lo ha attirato fino a Varese per vedere l’esposizione realizzata in collaborazione con il Los Angeles County Museum of Arts, il Guggenheim Museum di New York, il Getty Research Istitute di Los Angeles e l’Archivio Panza di Mendrisio.
Diciannove opere in mostra tra proiezioni, installazioni e opere site-specific che raccontano il lavoro dei due artisti, il loro singolare utilizzo della luce come medium creativo e il colto e fecondo rapporto con Giuseppe Panza di Biumo.
La visita di Wenders si è spinta anche oltre. Ospite dell’Art Hotel di viale Aguggiari, ha avuto modo di apprezzare anche le delizie culinarie tipiche varesini.
«Ha cenato qui con la moglie – racconta – e si è intrattenuto parecchio a chiacchierare con noi. Una persona molto disponibile, anche se riservata che ha dimostrato grande apprezzamento anche per la nostra struttura. Appassionato di arte ha apprezzato lo stile dell’”Art Hotel” e ha scattato parecchie foto alle nostre opere esposte al “Bologna”».
Grande esploratore, che ha fatto del tema del viaggio il file rouge tra tutte le sue pellicole cinematografiche, Wenders potrebbe magari decidere di inserire anche la nostra città in uno dei suoi prossimi capolavoro. In tutti i suoi film ci sono luoghi e città che ha visitato personalmente, ritratte nell’aspetto che più lo ha colpito. A Lisbona, per esempio, Wenders ha dedicato un’intera pellicola. “Lisbon Story” nacque come un semplice documentario, ma la città seppe incantare talmente tanto il regista che decise di trasformarlo in un film.
Sognare un “Varese Story” del resto non costa nulla.n
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