Tensione alle stelle nella comunità omosessuale varesina, alle prese con una diatriba a colpi di comunicati stampa che rischia di rovinare il clima festoso della “settimana dell’orgoglio” che culminerà nella manifestazione di sabato 18 giugno in centro a Varese.
Giovanni Boschini, presidente cittadino di Arcigay e Vito Lionetti, proprietario del Salotto e vicepresidente dell’associazione culturale CuoriInVersi, forse le due anime più rappresentative della comunità, se le danno “di santa ragione” sui social network, non risparmiandosi colpi bassi:
“Oggi il locale Il Salotto mi ha attaccato pubblicamente e il motivo è presto detto: il locale ormai dal lontano 2017 non sponsorizza più il Pride, né le iniziative della comunità LGBTQIA+. Ciononostante continua a venire al Pride a farsi pubblicità, a vendere ingressi sulle sue serate, a lucrare sulla comunità LGBTQIA+ – spiega Boschini nel suo post – Addirittura vende del merchandising alternativo del Varese Pride e realizza eventi alternativi della Pride Week con lo scopo di vendere cocktail e guadagnarci, togliendo così anche l’unica fonte di finanziamento che il Pride ha”.
“Arcigay Varese per realizzare questo evento impiega il sudore dei suoi volontari e il sacrificio delle risorse economiche trovate”, continua Boschini. “Non è corretto sfruttare l’evento di un’associazione per guadagnare e non è corretto dipingersi di arcobaleno senza realizzare nulla di fattivo per la comunità perché si chiama rainbow washing“.
Non si è fatta attendere al risposta di Lionetti sulla pagina di CuoriInversi: “Il rainbow washing è la pratica di utilizzare (o sfruttare) i diritti LGBTQI+ all’interno della comunicazione senza dare un apporto significativo alla questione. Associazione CuoriInversi e il locale che ospita la sede dell’Associazione, Il Salotto, operano da anni sul territorio di Varese dando un apporto significativo alla questione LGBTQI+, durante il mese del PRIDE e durante l’intero anno con iniziative svolte a sensibilizzare le persone ai diritti e all’altro”.
“Troviamo becero chiedere ad un’altra Associazione no profit (Associazione CuoriInVersi) cifre assurde per la partecipazione con carro alla parata da voi organizzata, motivo per cui abbiamo deciso di devolvere il ricavato delle nostre iniziative per altre situazione di emergenza della nostra comunità”, scrive Lionetti. “Vi ricordiamo inoltre che le parate del PRIDE non sono di “proprietà” di nessuno se non della gente che con orgoglio che vi partecipa”.
Una vera querelle tra primedonne, secondo Stefano Spadafora, primo presidente di Arcigay Varese, che scuote la testa: “Spaccature come questa se le possono permettere grandi comunità di grandi città, non certo Varese: è come spezzare una cardioaspirina in quattro. Tutto ciò è demotivante: cerchiamo di evitare che ogni confronto finisca a borsettate“.