Mille euro di ammenda per maltrattamento di animali.
È questa la condanna comminata dal giudice ha inflitto a un uomo di 45 anni residente a Cabiate. È stato riconosciuto colpevole di aver abbandonato un gatto, lasciandolo senz’acqua e in mezzo agli escrementi, nella sua abitazione di via Vittorio Veneto, a Cabiate.
Il 2 novembre 2008 la polizia locale era stata chiamata dai vicini. Dall’appartamento provenivano strazianti miagolii. «Sembrava quasi il pianto di un bambino», ha raccontato in aula il commissario intervenuto sul posto.
Temendo che nel monolocale ci fosse una persona in difficoltà, i vigili erano saliti su una scala e avevano sbirciato dentro l’alloggio da una finestrella posta sopra la porta. «Si vedeva un tavolo con degli effetti personali tutti in disordine», ha spiegato il commissario.
Un altro poliziotto locale, più giovane e snello, era riuscito a infilarsi nel pertugio della finestrella, ad atterrare nell’appartamento e ad aprire la porta.
Durante il sopralluogo i vigili avevano trovato il povero gatto lasciato a se stesso. Il padrone di casa, che mancava da giorni, lo aveva lasciato solo con un sacco da cinque chili di crocchette, ma praticamente senza acqua.
«Il gatto non riusciva quasi a muoversi – ha ricordato il commissario – aveva la pancia gonfia e appariva disidratato: non c’era neanche una ciotola d’acqua. Nel monolocale c’erano miasmi, c’erano escrementi di gatto dappertutto».
L’ipotesi è che il micio, trovandosi da solo con quella montagna di crocchette a disposizioni, le abbia mangiate famelicamente provocandosi un’indigestione. Dopo il suo salvataggio, era stato affidato ai veterinari dell’Asl.
Secondo l’avvocato difensore, non è provato che il gatto fosse davvero dell’imputato: «Avrebbe potuto essere entrato dalla finestra aperta», ha obiettato. Ma il giudice ha disposto comunque la condanna.
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