Abbigliamento, nel carcere di Busto apre un laboratorio di confezionamento della Grassi

Presentata la convenzione tra la direzione del penitenziario e la storica società di Lonate Pozzolo che da 100 anni produce capi tecnici, professionali, antinfortunistici, per le forze dell'ordine e sport, di proprietà del presidente di Confindustria di Varese. Corso di formazione per 12 detenuti per imparare il mestiere

BUSTO ARSIZIO – Sono 12 i detenuti del carcere di Busto Arsizio che prima di Natale hanno iniziato, ed entro fine febbraio termineranno, un corso di formazione di 140 ore per imparare il mestiere di operatore dell’abbigliamento.

Di questi, almeno 2 verranno assunti dall’azienda tessile Grassi, società benefit che entro febbraio avvierà all’interno della casa circondariale un laboratorio di confezionamento. Gli altri otterranno comunque un attestato di frequentazione che potranno spendere nei propri percorsi di riabilitazione. E’ questo il primo risultato della convenzione sottoscritta a metà ottobre 2024 dalla direzione dell’istituto carcerario bustocco e dalla Grassi, storica impresa di Lonate Pozzolo attiva da 100 anni nella produzione di abbigliamento tecnico, professionale, antinfortunistico, per le forze dell’ordine e sportivo.

L’iniziativa è stata presentata questa mattina durante una conferenza stampa che si è tenuta all’interno del carcere, negli stessi locali dove sorgerà il laboratorio e dove si stanno svolgendo le lezioni teoriche e pratiche del corso di formazione. Tra i partecipanti all’incontro, il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, il direttore del carcere di Busto Arsizio Maria Pitaniello, il presidente della Grassi e presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi, il responsabile formazione di Acof Olga Fiorini, Sergio Scaltritti e alcuni detenuti coinvolti nel progetto.

La convenzione si inserisce all’interno del più ampio protocollo d’intesa per ‘promuovere e sostenere il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute, ex detenute e in esecuzione penale esterna’ fortemente voluto dal prefetto Pasquariello e siglato dagli enti, le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali del territorio, tra cui Confindustria Varese. Ciò anche alla luce dei dati statistici che mettono in evidenza come il rischio di recidiva tra i detenuti non coinvolti in percorsi di reinserimento lavorativo sia pari a circa il 70%. Percentuale che crolla al 2% nelle persone a cui vengono offerte concrete opportunità di formazione e impiego.