Abruzzo, prima notte all’aperto per gli sfollati, poche le tende


L’Aquila, 7 apr. (Apcom)
– La temperatura a L’Aquila e provincia si è avvicinata allo zero nella prima notte che gli sfollati – si parla di 70mila persone – hanno passato all’aperto, dopo il sisma che ha stravolto la provincia abruzzese alle 3.32 del 6 aprile.
Un freddo pungente che ha tolto il sonno, aumentando le angosce della stragrande maggioranza dei senzacasa abruzzesi che non hanno trovato ospitalità nelle quattro tendopoli messe su alla meglio per la prima notte.

A L’Aquila l’alloggio nelle poche tende a disposizione è stato offerto in via prioritaria ai feriti, agli anziani non completamente autosufficienti e anche ai bambini. A tutti gli altri sono state date soltanto due possibilità: andare in autobus negli hotel della riviera abruzzese – posti ovviamente limitati – oppure passare la notte in macchina o con tende proprie.

Nel capoluogo non c’è piazzale di supermercato, area verde o anche distributore di benzina dove si possa trovare un posto libero. In queste aree in tantissimi hanno deciso di passare la prima lunga notte fuori dalle proprie abitazioni. Nelle tendopoli fino all’una c’è stato un problema anche di insufficienza di coperte, risolto solo a tarda notte con i nuovi arrivi di altri nuclei della Protezione civile. Hanno funzionato invece alla perfezione le varie cucine da campo che sono state in grado di dare un pasto caldo a circa – fonti della Protezione civile – il 70 per cento degli sfollati.

Ma la vera e propria tragedia, nel primo giorno di terremoto, si è registrata nelle periferie e nelle frazioni del capoluogo. Qui fino a questa mattina i nuclei di Protezione civile non avevano fatto il loro ingresso. Nessuna tenda era stata montata. Nessun cibo era stato distribuito. Gli sfollati della periferia hanno passato la notte nei pressi delle proprie abitazioni in automobile. Soltanto questa mattina la macchina organizzativa per il sisma abruzzese si è messa in moto per la periferia. Si stanno prevedendo delle tendopoli vicino ai piccoli centri rurali e inoltre sono stati distribuiti acqua e latte.

Intanto nuove tende e nuove strutture di soccorso stanno arrivando in Abruzzo per ampliare sempre di più l’accoglienza che non sarà purtroppo temporanea ma rischia di andare avanti per molti, molti mesi prima di vedere realizzati campi container o villaggi di casette di legno sul modello del terremoto in Umbria.

Bnc

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