Abusava di una bimba in garage «Mia figlia non si è più ripresa»

In tribunale una raggelante storia di violenza ai danni di una piccola di nove anni. La madre della vittima, che oggi ha 16 anni, ieri in Aula: «La attirava con i suoi cani»

«Mamma, quando una bambina smette di essere una bambina e diventa una donna?». La domanda da brivido di una bimba di nove anni alla madre che ieri, assistita dall’avvocato , ha testimoniato in aula i drammatici fatti risalenti al 2008 che hanno portato l’allora vicino di casa della piccola sul banco degli imputati con l’accusa di violenza su minore. L’uomo, che all’epoca aveva 26 anni, è spostato e ha un figlio suo. Per la procura di Varese quell’uomo abusò della bambina palpeggiandola e facendosi accarezzare in segreto, nascosto nel garage condominiale.

La piccola tacque per «sette, otto mesi – ha detto la madre ieri in aula – poi ci ha raccontato quello che le capitava quando si trovava sola con lui». La madre della ragazzina «che ancora oggi a distanza di anni soffre di attacchi d’ansia ed è in cura da uno psicoterapeuta», ha detto la donna, ha tratteggiato la fotografia di quello che l’accusa ha definito un “predatore”. «Aveva dei cani – ha raccontato la donna –

dei cani che erano liberi nel giardino condominiale». Dei cani che aveva suscitato lamentele da parte dei vicini di casa adulti, ma che piacevano tantissimo ai bambini. Compresi la vittima e il suo fratellino più piccolo. Ed è attraverso quei due cani che l’uomo ha stretto “amicizia” con i piccoli, conquistando via via la loro fiducia e anche la fiducia dei genitori. «Giocava con loro a pallone – ha detto la madre della ragazzina – lo faceva nel giardino condominiale. Io li vedevo dalla finestra».

Poi la donna, durante la testimonianza, ha però messo in luce un dettaglio che letto a posteriori potrebbe essere rivelatore. «Chiedeva sempre di mia figlia – ha detto la donna – Quando a giocare a pallone si presentava soltanto mio figlio, dopo pochi minuti tornava a casa dicendo alla sorella di andare a giocare anche lei su richiesta di quell’uomo. Era insistente. Ricordo che in un’occasione mia figlia disse che non aveva voglia di andare a giocare in giardino e il fratello tornò a casa due volte chiedendole di scendere anche lei come richiesto dal nostro vicino». La madre ha raccontato anche un altro episodio strano. «Lui, la moglie e il figlio, con i nostri due ragazzi, andarono un giorno in un campo vicino a casa a far volare l’aquilone – ha detto la madre della ragazzina che oggi ha 16 anni – quando tornarono trovai sul portone soltanto la moglie del vicino, con suo figlio e mio figlio. Chiesi dove fosse mia figlia e mi rispose che era andata in garage con suo marito a ritirare l’aquilone. Noi stavamo chiacchierando, ricordo però che pensai “quanto ci vuole per ritirare un aquilone?”. Credo passarono almeno 15 minuti prima che tornassero».