Sinner versione “robot”: gelo e precisione nei momenti decisivi

L’azzurro domina Zverev con freddezza e concentrazione chirurgica.
Due break bastano per la semifinale e per blindare il primo posto nel girone delle ATP Finals.

TORINO – Nessuna sbavatura, nessun cedimento emotivo: Jannik Sinner si conferma una macchina da tennis, capace di trasformare la pressione in lucidità. Nella seconda gara del girone delle ATP Finals 2025, l’altoatesino ha superato Alexander Zverev con una prestazione di grande solidità, centrando la seconda vittoria consecutiva e la qualificazione aritmetica alle semifinali.

Un break per set e controllo totale

Sinner ha imposto il suo ritmo dall’inizio alla fine, costruendo il successo con un break per set, quanto basta per chiudere la partita senza sprechi.
Nonostante qualche difficoltà con la seconda di servizio (solo il 25% dei punti vinti: 7 su 30), l’azzurro ha compensato con una prima palla devastante: 83% di efficacia (40 su 48), 12 ace e zero doppi falli.

La freddezza nei momenti chiave è stata la vera arma del numero uno italiano. Le statistiche parlano chiaro: 2 palle break convertite su 4, contro lo 0 su 7 di Zverev. Ma più dei numeri, conta la sensazione di totale controllo che Sinner ha trasmesso nei frangenti più delicati.

Sinner glaciale nei punti che contano

Sullo 0-40 del secondo set, quando il match poteva riaprirsi, Jannik ha reagito come un campione: due prime vincenti e un ace per cancellare ogni speranza al tedesco.
Lo stesso copione si è ripetuto sul 30-40 del quinto game e sul 4-2, con colpi potenti e precisi che hanno spento sul nascere ogni tentativo di rimonta.

Una maturità agonistica ormai piena, confermata dalle sue parole dopo la vittoria:

«Ho servito di nuovo benissimo. Mi sto concentrando su ogni punto, e questo mi sta aiutando molto.»

Verso le semifinali da protagonista

Con questa vittoria, Sinner si assicura il primo posto nel girone e può affrontare con serenità l’ultimo match del round robin di venerdì, prima della semifinale di sabato.
L’obiettivo ora è chiaro: mantenere la stessa freddezza e concretezza per provare a spingersi fino in fondo, dove solo i veri campioni riescono ad arrivare.

A Torino, Sinner ha mostrato di non essere soltanto un talento: è diventato una macchina perfettamente calibrata per vincere.