Quelle pigne di suole accatastate una sull’altra, quelle forme di tacchi, o ancora quelle barrette di gomma pronte per essere lavorate ricordano, in un semplicistico paragone ma che rende molto bene l’idea, una grande fabbrica di dolci.
Ed è proprio il direttore delle business unit suole di Vibram, Paolo Manuzzi, a suggerire la similitudine: «La preparazione delle mescole per le suole è simile alla preparazione di una torta: servono gli ingredienti, si impastano, si stende l’impasto, si riempiono gli stampi e si tagliano le forme».
Certamente realizzare la suola numero uno al mondo richiede qualcosa, molte cose in più: «Le materie prime arrivano principalmente da Vietnam e Thailandia, se parliamo di gomma naturale», racconta Manuzzi mostrando panetti di resina che vengono presi dal chimico del laboratorio per essere studiati e addizionati.
«Alle resine vengono aggiunti tutti gli ingredienti chimici, gli acceleranti, le cariche per preparare la mescola: una volta trovata la ricetta, viene testata in laboratorio e poi passata alla produzione che realizza la stessa formulazione su scala industriale». Anche qui l’immaginazione riporta all’esempio dei dolci: le mescole vengono lavorate e impastate in grossi impianti, l’impasto viene poi steso, spianato, addirittura “infarinato” perché non si attacchi, tagliato in blocchetti o strisce a seconda dell’impiego che deve essere fatto allo step successivo e poi passato alla fase stampi.
Migliaia di stampi, uno per ogni forma diversa, per ogni numero diverso: «Le variabili che entrano nei nostri prodotti sono molte: dalle materie prime, all’utilizzo della suola, al numero di scarpa».
Il reparto produzione è un concentrato di tecnologia pura (Vibram ad esempio utilizza nel proprio ufficio design già da anni le stampanti 3D per la prototipazione dei nuovi prodotti) e di grande manualità: una volta uscite dagli stampi le suole vengono rifinite tutte a mano.
Ed è da qui, dalla storica sede di Albizzate che la Vibram è riuscita ad ottenere tutti i suoi primati: «Siamo leader mondiali nella produzione di suole di altissima qualità».
Praticamente non hanno concorrenti, ma questo comporta avere molti contraffattori: la famosissima suola a carrarmato è nata proprio qui nel 1937 e da allora sono stati messi sul mercato altri 4 miliardi di paia di carrarmati. Una forma riconoscibilissima che è nata dall’idea di Vitale Bramani, grande appassionato di montagna e guida alpina che perse sei dei suoi compagni di spedizione sulle Alpi Occidentali. Parte della colpa era da imputare al loro equipaggiamento: da allora Bramani, aiutato da Leopoldo Pirelli, si mise a studiare questa particolare suola in gomma vulcanizzata che diede inizio alla storia di Vibram, nome che unisce proprio le iniziali del suo fondatore.
Anni di storia e di successi (nel 1954 il K2 venne conquistato con suole Vibram) hanno poi portato a sempre nuovi prodotti, come nel 2004 le originali Fivefingers, un prodotto particolarmente difficile da realizzare, che offre la sensazione di camminare a piedi nudi, ma con tutta le protezione e le performace di una suola, o come le suole di gomma riciclata che già dal 1994 offrono prestazioni di qualità difficili da riprodurre.
«Da sempre siamo visionari – conclude Manuzzi – immaginiamo nuovi prodotti e li testiamo nelle condizioni più estreme, lavoriamo insieme ai nostri clienti e offriamo loro un brand di elevatissime prestazioni».
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