La notizia della scomparsa di Don Pietro, avvenuta domenica 25 agosto, è giunta oggi a Gallarate, suscitando grande dolore e profonda commozione tra tutti coloro che lo hanno conosciuto. Don Pietro Caravaggi, il cappellano dell’ospedale Sant’Antonio Abate, è stato una figura fondamentale per la comunità cattolica di Varese e un pilastro per i malati dell’ospedale.
Nato a Varese il 12 dicembre 1937, don Pietro ha dedicato oltre trent’anni della sua vita al servizio dei sofferenti, dimostrando un’infinita dedizione anche durante le festività religiose, quando girava per i reparti portando conforto spirituale. Come ricordato dall’ex parrocchiana Flavia Caprioli, don Pietro vedeva la sua missione nel “rispondere alle chiamate dei malati che chiedono di incontrare il Signore,” incarnando una testimonianza di fede che ha lasciato un segno profondo nei cuori di chi l’ha incontrato.
Prima di intraprendere la via del sacerdozio, don Pietro si era diplomato in ragioneria e aveva lavorato per otto anni alla Banca Popolare di Novara. A 27 anni, dopo un periodo di discernimento, entrò in seminario e venne ordinato presbitero il 28 giugno 1969. Iniziò il suo ministero come vicario parrocchiale a Lecco-Laorca nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, dal 1969 al 1972, e poi ad Albizzate fino al 1978. Nel 1978 venne nominato parroco a Pino Sul Lago Maggiore, incarico che mantenne fino al 1984, prima di trasferirsi a Corgeno di Vergiate, dove fu parroco fino al 1990.
Successivamente, dal 1990 al 2003, servì come cappellano presso il policlinico di Milano, Santa Maria Annunciata, per poi trasferirsi all’ospedale di Gallarate, dove rimase cappellano dal 2003 fino al gennaio 2024. Durante questo lungo periodo, collaborò con altri cappellani, come don Pierluigi Cantù fino al 2014 e, successivamente, con don Gigi Peruggia. Dal 1° marzo 2021, don Pietro ha lavorato a fianco di don Andrea Florio, il cappellano rettore del Sant’Antonio Abate, fino alla fine del suo servizio.
Attualmente, la data del funerale non è ancora stata fissata, ma sono già stati organizzati momenti di preghiera presso l’ospedale Sant’Antonio Abate, in memoria di un sacerdote che ha saputo incarnare con dedizione e amore il vero spirito del servizio pastorale.