Se ne è andato Bruno Giannotti, “il Baffo”, ristoratore del Cantinone, del Teatro, del Montallegro e del Cristallo. Nato il 7 maggio del 1938, ha trascorso tutta la vita nei panni del “locandiere”, cucinando piatti tipici e sostanziosi, tra cui la trippa, la pasta e fagioli, la cazzuola e gli ossi buchi.
Tra i suoi clienti c’erano avvocati e persone della “Varese che conta”, oltre che artisti, sportivi e tanti varesini che sono approdati nei suoi locali per caso e hanno continuato a tornare, non potendo più rinunciare alla sua cucina e alla sua compagnia.
Con il Baffo se ne va un pezzo di Varese. Lui, infatti, era un serbatoio di aneddoti, alcuni noti a tutti, altri solo bisbigliati davanti a piatti fumanti e bicchieri di vino. Giannotti aveva iniziato l’attività al Cantinone di Piazza Giovine Italia, che si trovava al posto dell’attuale torrefazione.
Lì aveva aperto una trattoria con bar, dove si mangiavano piatti semplici e soprattutto si parlava tanto e si giocava a carte.
Quanti segreti e curiosità
su Varese sono passati da quei tavoli, dove i varesini si davano il cambio in pausa pranzo e alla sera. Tutti i giocatori della pallacanestro Varese erano una presenza fissa. Da lì sono passati anche Ornella Vanoni e Giorgio Gaber. Bruno Lauzi era “di casa”, perché probabilmente al Cantinone trovava ispirazione per scrivere i testi delle sue canzoni.
«I clienti erano affezionati a mio padre, lo chiamavano “il baffo” per via dei lunghi baffi che ha tenuto tutta la vita» racconta il figlio Pierantonio, che è uno dei titolari del bar di piazzale Kennedy aperto 8 mesi fa.
Dopo il Cantinone, Bruno Giannotti ha preso in gestione il ristorante Teatro. Poi ha lasciato Varese per andare a Induno Olona, al Montallegro, dove è rimasto per sette anni e dove i clienti lo raggiungevano: anche se il ristorante si trovava a due passi dalla città, quando si arrivava lì sembrava di essere in montagna. Tanti hanno scelto quel locale per organizzare banchetti e matrimoni.
Per finire, Giannotti aveva aperto il ristorante dello Stadio, battezzato da lui “il Cristallo” per via delle grandi vetrate. «Io sono nato e cresciuto con lui, professionalmente parlando. Ho frequentato il Cfp a Varese, poi è stato lui che mi ha trasmesso i segreti ai fornelli e l’attitudine a coltivare i rapporti con le persone. Gli devo tutto – continua il figlio – Ho lavorato al Pirola per 17 anni, poi con un ex collega abbiamo aperto la caffetteria del mercato. È stato proprio dall’esempio di mio padre che ho trovato la forza di mettermi in gioco e ricominciare sulla sua strada. Ho nel sangue questo lavoro. Sono cresciuto grazie a lui».
In molti a Varese stanno piangendo la morte del Baffo, che se ne è andato dopo una lunga malattia la mattina di Natale. Il ristoratore è una vera e propria icona varesina se pensiamo che in tante case ci sono ancora i portapenne che il ristoratore aveva fatto stampare, con la sua faccia e i baffoni.
Bruno Giannotti lascia la moglie Elda, i due figli Pierantonio e Miriam e i nipoti Matteo e Gianluca. Il funerale sarà oggi, alle 11, nella chiesa di Cantello, comune dove il Baffo ha vissuto negli ultimi anni della vita.