Capitano, mio capitano… addio. Anzi: “na-no na-no”.
È morto nella sua casa di San Francisco Robin Williams, soffocato in circostanze ancora non chiarite, che non escludono l’ipotesi di suicidio a causa di una grave forma depressiva della quale l’attore americano soffriva da tempo.
Si interrompe così a soli 63 anni la parabola di un grande interprete del teatro, della televisione, e soprattutto del grande schermo, iniziata alla fine degli anni settanta in un “uovo proveniente da Ork”, come recitava la sigla della fortunata sit-com Mork & Mindy, e consacrata al grande pubblico con la partecipazione a grandi pellicole quali “Good Morning Vietnam”, “L’attimo fuggente”, “Risvegli”, “Hook”, “Mrs. Doubtfire” e “Will Hunting – Genio ribelle”, che gli valse nel 1997 la statuetta come miglior attore non protagonista.
Ed è proprio con il personaggio del professore anticonformista John Keating ne “L’attimo fuggente” del 1989 che Williams si fa apprezzare dal grande pubblico anche al di fuori dei panni dell’attore comico indossati fino ad allora, consegnando alla sua carriera una cifra di interprete a tutto tondo, a suo agio nei ruoli drammatici come in quelli più leggeri e divertenti.
“Carpe diem, cogli l’attimo” era il mantra che il professor Keating cercava di trasmettere ai suoi discepoli dell’austero college di Welton: un insegnamento che forse per il popolare attore non era più possibile seguire.
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