Il tramonto del mito del pieno in Svizzera? Sembra proprio di sì. Gli italiani, Varesotti compresi, fanno sempre meno benzina. Se ne accorgono i distributori italiani e soprattutto quelli ticinesi. Pensati proprio per la clientela proveniente dal nostro territorio. La crisi, infatti, è inequivocabile: meno 20,6%.
È questo, infatti, il calo delle importazioni di benzina registrato in Ticino nei primi sette mesi di questo 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Se ne importa in misura ridotta, è ovvio, perché le richieste sono in calo. Il dato, reso pubblico dall’amministrazione federale delle dogane, palesa la quasi scomparsa del «turismo del pieno».
Di italiani, nelle stazioni di servizio ticinesi, non se ne vedono quasi più, fatta eccezione per i frontalieri. E la conferma arriva da chi è impiegato nel settore. Come , amministratore del gruppo Ecsa che gestisce una rete di 33 Stazioni di servizio e distribuisce in Ticino tutta la gamma degli olii minerali: benzina, diesel e olio combustibile. «Il turismo della benzina – ha confidato alla stampa ticinese – ha subito un duro colpo di freno.
E in Ticino, così come in altre zone di confine della Svizzera romanda, risentiamo della crisi che stanno vivendo i Paesi a noi vicini, come l’Italia e la Francia, dove i consumi di carburante sono crollati». Questo nonostante il prezzo rimanga di gran lunga conveniente. Il costo dei carburanti in Ticino, infatti, è inferiore rispetto a quello delle pompe del Varesotto. Ma malgrado il vantaggio economico a varcare il confine per fare il pieno, sono sempre di meno coloro che ne approfittano.
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