Honolulu, 3 gen. (Apcom) – Occhi puntati, adesso, sul vertice sulla sicurezza di martedì prossimo che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha convocato dalle Hawaii dove è in vacanza. Per molti si tratterebbe di una vera e propria resa dei conti voluta dal presidente, che potrebbe riservare non poche sorprese come le dimissioni di alcuni collaboratori di Obama dopo il fallito attentato sul volo Delta del giorno di Natale. Troppi i segnali che le agenzie d’informazione avrebbero dovuto sapere.
Troppi, inoltre, i segnali che l’opinione pubblica considera il presidente e la sua politica del dialogo in buona parte da biasimare. E nulla è più grave per un inquilino della Casa Bianca che essere percepire come incapace di difendere il paese.
Di qui anche l’inasprimento dei toni. Ieri Barack Obama ha accusato esplicitamente, per la prima volta, la cellula yemenita di al Qaida come principale responsabile dell’addestramento e del rifornimento di esplosivo al giovane nigeriano che nel giorno di Natale ha provato a farsi esplodere sul volo da Amsterdam a Detroit.
Intanto lo Yemen ha dispiegato diverse centinaia di truppe extra in due province montagnose orientali ritenute le principali roccaforti di Al Qaida nel paese.I rinforzi, hanno spiegato fonti anonime di Sanaa, sono stati inviati ieri nelle province di Marib e Jouf, dove è forte la presenza della rete terroristica e il governo centrale detiene scarso controllo. Gli Stati Uniti hanno intensificato gli aiuti alla sicurezza in Yemen, nel tentativo di contrastare la crescente presenza di Al Qaida nel paese arabo.
Obama, nel suo discorso settimanale trasmesso per radio e televisione, ieri parlando del ricco, giovane nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab ha detto: “Sappiamo che veniva dallo Yemen, un paese in preda a una grande povertà e a un’insurrezione che causa morte. Sembra che si fosse unito a un ramo affiliato ad al Qaida e che questo gruppo della penisola araba lo abbia trascinato, rifornito di esplosivi e abbia diretto l’attacco a questo aereo in volo verso l’America”.
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