Detroit, 7 gen. (Ap) – Umar Farouk Abdulmutallab, il giovane nigeriano che ha tentato di farsi esplodere su un volo Delta in servizio da Amsterdam a Detroit il giorno di Natale, dovrà difendersi da sei capi d’imputazione. Tra questi ci sono tentato omicidio su un aereo e tentato utilizzo di armi di distruzione di massa. Abdulmutallab, 23 anni, è detenuto in un carcere federale americano.
Intanto il governo americano oggi pubblicherà una versione preliminare della sua inchiesta sul fallito attentato. Lo ha fatto sapere Robert Gibbs, il portavoce della Casa Bianca. Il rapporto indagherà sulle cause del drammatico errore dei servizi di sicurezza americani, che ha permesso ad un estremista nigeriano noto alle autorità di salire armato di esplosivo a bordo di un aereo diretto negli Stati Uniti.
L’indagine è condotta da John Brennan, il più alto consulente di Obama sulle strategie antiterrorismo. Lo stesso Brennan, insieme a Janet Napolitano, segretario alla Sicurezza Nazionale, terrà una conferenza stampa dopo la diffusione del rapporto.
Le autorità yemenite hanno fatto sapere ieri che da due mesi e mezzo avevano perso la tracce di Abdulmutallab.
Un responsabile locale ha detto a condizione di anonimato che le autorità yemenite stanno indagando sul come il giovane nigeriano abbia potuto lasciare il paese il 7 dicembre nonostante la scadenza del suo permesso di soggiorno il 24 settembre. Secondo la fonte, Abdulmutallab avrebbe lasciato Sanaa proprio il 24 settembre a bordo di taxi e diretto verso una destinazione sconosciuta.
Il nigeriano sarebbe poi riapparso il 7 dicembre all’aeroporto di Sanaa, dove aveva una prenotazione su un volo con destinazione Dubai. Ma a quel punto avrebbe cambiato la sua destinazione, prendendo un volo per Addis-Abeba, ha riferito ancora la fonte yemenita.
Intanto vengono confermate altre importanti falle al sistema di sicurezza statunitense. Non funzionavano infatti regolarmente le telecamere di sorveglianza del Newark Liberty International Airport, in New Jersey, quando domenica un uomo è arrivato all’area di imbarco eludendo i controlli di sicurezza. Secondo quanto riferito da John Kelly, portavoce della Port Authority di New York e del New Jersey, le telecamere erano accese ma non registravano le immagini.
L’uomo era entrato nell’area di sicurezza del terminal C passando da un’uscita e questo ha fatto scattare immediatamente l’allarme che ha portato a chiudere il terminal e l’intero aeroporto per 6 ore provocando caos, ritardi e disagi tra i numerosi passeggeri.
Le telecamere della Transportation Security Administration, l’agenzia che si occupa della sicurezza aeroportuale, hanno ripreso l’immagine dell’uomo nel momento in cui è entrato nell’area vietata ma quando gli addetti alla sicurezza hanno tentato di esaminare i fotogrammi registrati, hanno scoperto che non era presente alcuna registrazione. Le telecamere, anche se accese, erano rotte da una settimana e non registravano le immagini.
L’inconveniente ha ritardato le ricerche dell’uomo, dal momento che solo in un secondo momento sono arrivate le registrazioni di una vicina telecamera di sorveglianza della compagnia aerea Continental Airlines. In questi fotogrammi si vede un asiatico vestito con giacca e pantaloni marroni, accompagnato da una donna con una piccola valigia.
Red-Bol
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