Afghanistan/ Elezioni, Ue preoccupata da notizie possibili brogli


Bruxelles, 22 ago. (Ap)
– L’Unione Europea si è detta “preoccupata” per le notizie relative a possibili frodi nelle elezioni presidenziali svoltesi giovedì in Afghanistan, pur esprimendo fiducia nel fatto che le autorità preposte indagheranno in maniera imparziale.

L’Ue “fa appello a tutte le parti in causa perché promuovano l’unità nazionale e la stabilità e ricorrano esclusivamente a mezzi legali e alle istituzioni nazionali appropriate per risolvere le eventuali divergenze”, si legge in un comunicato nel quale si chiede ai candidati di dar prova di “responsabilità e rispetto per i principi della democrazia”.

Il Commissario per le Relazioni esterne dell’Ue, Benita Ferrero-Waldner, ha affermato in conferenza stampa che le elezioni presidenziali costituiscono una vittoria per la democrazia, ma
che occorre adesso che il conteggio dei voti sia portato a termine in modo trasparente.

Al termine di una giornata elettorale segnata da minori violenze
di quanto temuto alla vigilia, i due principali candidati hanno
infatti proclamato la vittoria al primo turno: il presidente
uscente Hamid Karzai, favorito dai sondaggi ma che potrebbe
essere stato danneggiato dalla bassa affluenza nel sud del Paese, e l’ex ministro degli esteri Abdullah Abdullah.

In una conferenza stampa tenuta a Kabul il responsabile degli
osservatori dell’Ue, Philippe Morillon, ha dichiarato che in
generale il voto si è svolto in modo equo ma che le elezioni non
sonno state “libere” in alcune regioni del Paese a causa delle
minacce di colpire i seggi da parte delle milizie talebane. “Quel che abbiamo potuto osservare in generale è stato giudicato
positivo ed equo, in base ai nostri criteri”, ha concluso
Morillon, sottolineando tuttavia come sia ancora troppo presto
per dare un giudizio definitivo sulle modalità delle elezioni.

Secondo quanto reso noto dalla Fondazione afgana per le elezioni
libere ed eque, la minaccia talebana di mutilare gli elettori che si fossero recati ai seggi è stata portata a termine in almeno due casi nella provincia meridionale di Kandahar, una delle culle del movimento estremista.

Mgi

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