Washington, 23 giu. (Ap-Apcom) – L’appuntamento è alle 17.30 italiane alla Casa Bianca. Barack Obama attende Stanley McChrystal, ma non lo accoglierà a braccia aperte. Il presidente degli Stati Uniti vuole parlargli a quattr’occhi, vuole capire ciò che finora non ha compreso: il perché di quelle parole al veleno che il generale americano, comandante delle truppe Nato in Afghanistan, ha riservato ai vertici dell’amministrazione di Washington. Solo dopo, Obama deciderà cosa fare, se accettare la lettera di dimissioni che, secondo numerose fonti militari e civili, McChrystal presenterà oggi al presidente.
A mettere nei guai l’alto ufficiale americano è stato un suo ‘profilo’ pubblicato dal magazine Rolling Stone, dal titolo “The Runaway General”, ovvero “Generale fuori controllo”. E in effetti McChrystal ha proprio sparato nel mucchio: Obama è “intimidito e impreparato” di fronte ai militari, Joe Biden è un “fifone”, l’ambasciatore Usa a Kabul Karl Eikenberry “pensa solo a pararsi i fianchi per i libri di storia e se le cose andranno male lui dirà che l’aveva previsto”, ha detto. E poi c’è anche l’inviato speciale per l’Afghanistan e il Pakistan, Richard Holbrooke, che “è un animale ferito, sente dire che lo licenzieranno e ciò lo rende pericoloso”.
E così, al generale americano, a Washington non è rimasto più neppure un amico. Dalla sua parte si è schierato solo il presidente afgano Hamid Karzai, che in un colloquio in video conferenza con Obama, ha spiegato che “una sua sostituzione non aiuterebbe a risolvere” la guerra nel modo auspicato. “E’ un partner verso il quale nutriamo fiducia”, ha fatto sapere il palazzo presidenziale a Kabul. “E’ una delle figure più importanti della nostra partnership e noi crediamo nel modo in cui sta conducendo la sua missione in Afghanistan, nel proseguimento della sua strategia”.
In effetti, proprio questo è il punto. Ciò che è in gioco non è il posto di McChrystal. O almeno, non solo quello. In gioco c’è la guerra americana in Afghanistan. Una guerra lunga nove anni. Lo ha capito Obama, che è “in collera” ma ha a cuore soprattutto “i soldati e le loro famiglie, che stanno facendo sacrifici enormi”. Il presidente vuole essere certo che la sua scelta “renda l’America più sicura dagli attacchi di al Qaida”. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha confermato ieri la Casa Bianca, che dunque non ha scartato l’ipotesi che il presidente accetti le eventuali dimissioni di McChrystal o lo inviti, per ragioni di opportunità, a lasciare l’incarico.
Non è un caso che a Washington sia già scattato il ‘toto-successore’. Sono diversi i nomi che circolano al Pentagono e a Capitol Hill. Tra questi, il comandante del Joint Forces Command James Mattis, il numero due del Comando centrale John Allen, il vice di McChrystal in Afghanistan David Rodriguez, il comandante del Comando per l’Addestramento e la Formazione dell’esercito Martin Dempsey e il comandante della Nato in Europa James Stavridis.
Coa
© riproduzione riservata