Washington, 22 mar. (TMNews) – Nuove foto choc come “Abu Ghraib”: non è l’Iraq, ma l’Afghanistan questa volta a fare da sfondo a scene in cui alcuni soldati americani posano sorridenti accanto a corpi straziati o torturati. A pubblicare tre scatti, che il Pentagono voleva tenere nascosti, è il settimanale tedesco Der Spiegel.
Ieri l’esercito americano si è scusato ufficialmente “per la sofferenza” provocata dalle foto che mostrano gli abusi che sarebbero stati commessi da militari statunitensi nel Paese centro-asiatico: “Presentiamo le nostre scuse per la sofferenza provocata da queste foto”, ha affermato l’esercito in un comunicato.
In due delle foto incriminate si vedono due soldati americani – Jeremy Morlock e Andrew Holmes – che posano a turno accanto al cadavere del figlio di un agricoltore, Gul Mudin, ucciso il 15 gennaio 2010. Sono foto che appartengono agli imputati, i quali – sottolinea il settimanale – avrebbero ucciso degli innocenti afgani per puro divertimento. La vittima, uccisa dalla loro unità, viene tenuta per i capelli, come un trofeo. Si tratta di militari “andati fuori controllo”, scrive lo Spiegel. Una decina di appartenenti a questa unità – che lo Spiegel ha ribattezzato “Kill Team” – sono infatti perseguiti dalla giustizia militare e cinque di loro sono convocati dalla corte marziale.
Secondo l’accusa, cinque soldati avrebbero organizzato la morte di tre civili afgani per divertirsi tra gennaio e maggio 2010, durante il loro dispiegamento nella provincia di Kandahar, nel sud del paese, e avrebbero, alcuni di loro, smembrato i cadaveri e conservato alcune parti e fatto foto accanto alle “vittime-trofeo”. In una terza foto si vedono i cadaveri di due vittime, appoggiati di schiena, davanti a un carro armato. Secondo Der Spiegel, si tratta di uno scatto appartenente a uno dei due imputati.
I fatti mostrati su queste foto “ci ripugnano in quanto esseri umani e sono contrarie ai principi e ai valori dell’esercito degli Stati Uniti”, ha aggiunto l’esercito americano nel suo comunicato. Azioni che sono ora oggetto di un’inchiesta, mentre un processo è in corso davanti alla Corte marziale.
Erano cinque mesi che lo Spiegel seguiva lo scandalo del “Kill Team” per avere le foto. Secondo il settimanale, il Pentagono avrebbe fatto di tutto per evitare la pubblicazione delle foto scandalo, le quali non possono che riportare subito alla mente quelle scattate dalle guardie americane della prigione di Abu Ghraib, in Iraq, in cui si vedevano detenuti torturati e umiliati per puro piacere. “Ne pubblichiamo solo che una parte infima, tre foto su circa 4mila scatti e video, giusto ciò che è indispensabile per raccontare la storia di una guerra che è cominciata con le migliori intenzioni, che doveva cacciare i terroristi di Al Qaida in Afgahnistan, che era autorizzata da un mandato Onu, ma che da molto tempo è diventata un’altra guerra”, scrive il settimanale.
(con fonte Afp)
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